E’ l’ora della nanna e il piccolo non vuole saperne! Forse basterebbe un piccolo gesto di grande tenerezza come la cara vecchia favola della buonanotte che ci regala momenti indimenticabili da condividere con i nostri figli.

E’ scientificamente provato che l’abitudine di leggere una fiaba ad alta voce ai piccoli sin dalla più tenera infanzia favorisce lo sviluppo psicofisico dei bambini con grandi benefici sulle capacità mnemoniche e linguistiche. Ed allora mamme e papà che ci leggete oggi vi propongo una dolce favola da raccontare ai vostri bambini tratta dal sito di Filastrocche.it

Storia di un chiccolino di grano

Da sopra una grassa nuvola dalla forma di naso a patata “Pallina” se ne stava ferma ferma con le gambette penzoloni in preda al terrore a guardare le sue sorelline che piovevano canterine sulla terra. Passò la notte quando i primi raggi di sole accesero riflessi iridescenti su di una cosina colorata che passava per caso proprio sotto la sua nuvola. Era un palloncino colorato velato dalla rugiada notturna che lo aveva reso simile ad una enorme bolla di sapone. Alcune sorelline posate sopra il palloncino sentirono la sua voce esile esile chiedere aiuto, alzarono la testa e la videro tutta impaurita.

“Vieni giù dai!, buttati, chiudi gli occhi e buttati dai!” le dissero incitandola.
“No, no no no no. Aiutatemi ho tanta paura! Non so come fare!” continuava a lamentarsi Pallina.

Passava di lì Zoe, una vecchia gabbiana che sentendola singhiozzare le si avvicinò chiedendole perché fosse così disperata. Pallina tutta triste cominciò a raccontarle che non era mai scesa a terra e che aveva tanta paura di cadere; la vecchia gabbiana la tranquillizzò e si offrì di darle un passaggio. Zoe con una bella manovra si avvicinò alla gonfia nuvola proprio prima che un soffio di vento la spostasse prepotentemente: “Monta su bella, preparati al brivido che si parteeeeee!”

Pallina si lasciò… bululummm…ruzzolare sull’ala di Zoe ed andò ad incastrarsi proprio in mezzo alle sue candide piume. Aveva il cuoricino in gola dalla paura, ma ugualmente fece uscire il capetto dal piumato e si accorse che stavano già volando. Uno sguardo qua e uno là vide che intorno a loro c’erano altri gabbiani che sembravano una squadriglia d’aeroplani.

“Siamo diretti all’isola di ghiaccio” disse Zoe.
“Ma non ti preoccupare”, e si soffiò la zazzera sugli occhi vispi, “ti farò scendere prima, appena troveremo un approdo sicuro!”

Zoe, con la sua vista acuta, dopo ore di volo riconobbe da lontano l’albero di una nave e vi si diresse in picchiata con una repentina manovra.
“Preparati Pallina che stiamo atterrrraaaandoooo… reggitiiii beneeeee!”
Soffiandosi all’insù la zazzera che aveva arruffata sugli occhi, inclinò in avanti le grandi ali sfidando il vento, poi le distese ancora, cominciò a prendere eticolosamente la mira ed a girare in tondo sulla nave, allungò le zampe palmate e con due o tre battiti veloci atterrò dolcemente sull’albero maestro. Pallina era tutta rannicchiata tra le piume di Zoe quando sentì tremare tutto.

Oh…!Ohooohhh!! Tun…tu..tu…tutunnnn…
Oplàlàlàlà atterrate sane e salve!” Esclamò Zoe soddisfatta
Pallina tirò fuori la testa ma Zoe la fermò.
“No Pallina, qui non puoi scendere, il vento è troppo forte e ti scaraventerebbe nel mare il burrasca, sarebbe la fine per te in quel grande oceano salato!”

Lei tutta impaurita si “riapollaiò” dentro le piume del grande uccello, tenendo fuori solo gli occhietti. Riposate ben bene Zoe e Pallina ripresero il volo raggiungendo su in alto nel cielo i loro amici gabbiani. Si stavano avvicinando all’isola di ghiaccio e Zoe doveva far scendere per forza Pallina altrimenti si sarebbe trasformata in un “gelido chicco di ghiaccio”. La gabbiana morbidamente atterrò lasciandola sopra i rami di un albero. “Non rimanere al sole”, si raccomandò Zoe, “stai sempre attenta mi raccomando!” e si salutarono.

Pallina era rimasta ancora sola, ma questa volta sempre più vicino al suolo ma purtroppo la paura non l’aveva ancora abbandonata.  Si alzò un forte vento che la scaraventò improvvisamente contro il vetro di una finestra della casa lì vicino, lei cercò con tutte le sue forze di resistere, ma inesorabilmente scivolò giù. Si ritrovò sopra la foglia di un ramo caduto. Lì, stanca e stravolta, si fermò a pensare quando si accorse di essere caduta su qualcosa di morbido e caldo…

qui potrete continuare a leggere la favola

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