E’ di recente apparso nelle librerie il manuale SmartPhoto (De Agostini Libri, € 9,90, pagine 176). Scritto dal fotografo Valerio De Berardinis, si prefigge di insegnare l’ABC della fotografia anche a chi la pratica solo in virtù del proprio smartphone. Dai ritratti alla fotografia panoramica e di paesaggio, dalle foto di soggetti in movimento all’abilità di saper cogliere l’attimo nel momento decisivo, fino alla recente moda dei “selfie” (gli autoritratti che imperversano su Instagram e Facebook): nel manuale vengono forniti gli accorgimenti e segreti per evitare gli errori più comuni, migliorare la qualità delle immagini e cercare un approccio originale e creativo, oltre che le prime nozioni per la post-produzione delle proprie immagini mediante app dedicate.

Il libro, pensato per i più giovani o per coloro che non hanno mai visto una fotocamera analogica o un rullino fotografico, può diventare un utile alleato anche delle mamme e dei papà, sempre alla ricerca dello scatto migliore per immortalare le prodezze dei propri piccoli soprattutto in vacanza.

L’autore, Valerio De Berardinis, fotografo romano di lunga esperienza che ha saputo cogliere le opportunità della fotografia digitale fin dal suo esordio, anche quando praticata attraverso il cellulare, ci ha regalato qualche minuto del suo tempo e ha risposto alle nostre domande, offrendoci qualche dritta e anticipazione sui contenuti del manuale.

Chi sei in due parole?

Fotografo dai 18 anni (ora ne ho 57) con pellicola e con ogni tipo di macchina fotografica. Lavorando in un grande studio (BOX4, “factory” dedicata alla produzione di foto, film, effetti speciali, musica e fumetti) sin da subito mi sono potuto avvicinare alle nuove tecnologie digitali. Ritrattista atipico, autocritico, soprattutto ironico e acuto nell’osservare le “camere oscure” delle debolezze umane, ho sempre usato con convinzione i cellulari per fotografare.

Perché un manuale di fotografia su smartphone?

Ho cominciato a usare lo smartphone non solo come taccuino di appunti, da cui estrapolare scatti “rubati” da inserire in foto fatte con macchine professionali, ma anche per scattare delle “belle foto”. Col cellulare e i filtri disponibili grazie alle varie applicazioni fotografiche in commercio non serve più cambiare pellicola e macchina, perché ci sono algoritmi talmente belli e particolari che si ottengo risultati ed effetti incredibili.
In più, fotografare con lo smartphone è divertente. Certo bisogna imparare a farlo bene, lo richiede la società in cui viviamo, basata spesso sull’immagine. Le regole non sono cambiate, è cambiato solo lo strumento: saper vedere la luce, cogliere un movimento, fare un autoritratto, il racconto di un viaggio, cercare un punto di vista insolito, cogliere i colori, valutare gli ingombri… è una sensibilità che si apprende.
Da veterano del settore posso dire che i risultati di tanta pratica sono interessati: mentre la fotografia professionale si è un po’ appiattita con l’avvento del digitale, le capacità di chi è autodidatta sono esplose e migliorate!

Nel manuale spieghi i trucchi per un selfie perfetto, ci anticipi il più segreto?

Le mie amiche questa domanda me la fanno sempre. Eccovi la risposta: i cellulari hanno due fotocamere, quella che si usa per i selfie è la peggiore (riprende in bassa qualità, perché serve per trasmettere anche nelle video call). La camera migliore è l’altra, quella frontale: usatela!
Poi: i selfie sono dei ritratti e se vogliamo venire bene bisogna alzare il viso perché allora la pelle va in giù e si distendono le rughe! Alzate quindi il cellulare e fotografatevi dall’alto. Meglio evitare i neon.

Infine, le foto ai bambini: come per proteggere la loro privacy?

Quando si fanno delle foto bisogna stare attenti chi si immortala e a dove vanno a finire le immagini. Una volta era tutto diverso: si potevano ritrarre dei bambini sconosciuti giocare per strada, ma quella foto rimaneva in circuiti che non li esponevano al pubblico. Ora è ben diverso, i contenuti e le immagini sono prodotti da chiunque (oltretutto lo smartphone viene percepito come meno invasivo rispetto a una macchina fotografica che ti punta pronta a scattare) e le foto, diffuse attraverso i social network, diventano di pubblico dominio. Sono riflessioni che vanno fatte, prima e dopo ogni scatto ad un minore. E poi… stampate le foto più importanti per voi perchè le memorie digitali non sono poi così sicure come può sembrare!

Grazie Valerio!