Per fortuna che nella quarta di copertina di “Un ciclone in salotto” è stato inserito un coloratissimo albero genealogico dell’intricata famiglia del protagonista! Senza, i miei bambini credo si sarebbero persi nella lettura di questo divertente libro, in cui l’autrice Elisa Puricelli Guerra racconta la vita e le dinamiche di una famiglia veramente allargata.

Il piccolo Leo parte da Roma per affrontare un nuovo anno scolastico a casa del papà, visto che la mamma è in partenza per fare l’inviata speciale per la tv lontano dall’Italia. Papà vive a Milano, con la sua nuova famiglia, composta da Aurora (madre già di Estella ed Elettra) e Jacopo, l’ultimo nato. A fare scintille, per accaparrarsi le attenzioni dell’affettuoso papà a volte un po’ sbadato, saranno Leo ed Elettra, praticamente coetanei (hanno 7 e 8 anni).

E’ abbastanza normale che mio figlio Luigi, di 7 anni, fosse incuriosito e a volte confuso da questa situazione familiare. All’autrice va però il merito di aver trattato il tema con estrema naturalezza, lasciandolo sullo sfondo e senza mai dare giudizi, a mo’ di scenario in cui un giocattolo si perde, ci si sfida all’ultimo biscotto, si litiga tra fratelli… tutte cose in cui i bambini si possono facilmente ritrovare.

Nella nostra famiglia la lettura è un momento di incontro quotidiano, che avviene regolarmente prima di dormire. E’ un momento particolare, in cui domande e riflessioni hanno occasione di scaturire, stimolate spesso dai contenuti del libro che accompagna il rito della buonanotte. Ho quindi osservato e ascoltato i miei bambini mentre leggevo per loro, per vedere cosa li colpisse di più di questa storia affollata e per certi versi un po’ lontana dal loro vissuto.

Le prime domande che mi hanno rivolto hanno indagato infatti lo “strano” fatto che una mamma e un papà non vivessero più insieme; la mia risposta è stata semplice, non volendo forzare la lievità del tono dell’autrice: “Capita che a volta i papà e le mamme trovino altre mamme o papà, perché non vanno più d’accordo”. Nessuna perplessità, nessuno sguardo di panico del tipo “Mamma non capiterà anche a noi??”. Solo l’assimilazione del dato. E poi tante altre domande: perché Leo gioca a scacchi? Possiamo vedere anche noi le stelle con il telescopio? Andiamo anche noi sulle guglie del Duomo a Milano? E alla fine la curiosità di sapere cosa succede a Leo dopo che finalmente ha fatto pace con Estella.

Ma questo è un altro libro, perché i personaggi sono davvero tanto e tante le storie che vogliono raccontare 🙂

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