Il 20 settembre è stato proposto in più di mille località in oltre 50 paesi del mondo il film Freedom for Birth, un documentario di quasi un’ora che l’associazione oneworldbirth ha girato per far comprendere l’importanza della libertà di scelta nel dare luce a un bambino.

Fonte di particolare ispirazione è stata la figura di Agnes Geréb, un’osterica ungherese che in 22 anni di lavoro ha fatto nascere in casa 3000 bambini. E’ stata per questo condannata al carcere dalle autorità ungheresi. Ora è agli arresti domiciliari. Il suo motto è questo: “Si può misurare la libertà di un paese in base alla libertà di nascita che vi viene garantita”.

Il problema della libertà di nascita, sostengono gli esperti di oneworldbirth, è una questione di rispetto dei diritti umani. Quando verso le ostetriche favorevoli al parto in casa si scatena una specie di caccia alle streghe, ma anche solo quando gravidanza e parto vengono trattati alla stregua di una malattia, gestiti, medicalizzati, quando il corpo della donna viene tenuto sotto controllo come se fosse una macchina, allora c’è in gioco un problema di diritti umani.

Purtroppo non si tratta di una questione di sicurezza, della necessità di tutelare la salute della donna e del nascituro; si tratta – sostengono gli esperti interpellati da oneworldbirth – di una questione di potere, potere degli ospedali e del sistema sanitario in generale, che sempre di più si trasforma in un’industria che deve generare un profitto.

Bisogna quindi recuperare e far recuperare alle donne quella fiducia nel proprio corpo, nel proprio bambino che sta nel ventre e nel processo della nascita.

E’ possibile comprare il documentario attraverso il sito freedom for birth. In lingua inglese, è disponibile con i sottotitoli in 17 diverse lingue, tra cui anche l’italiano. Inoltre è disponibile per ora in rete un trailer di circa 10 minuti, in lingua inglese, mentre a novembre sarà possibile vedere on line una versione abbreviata del documentario, di circa 20 minuti.

Io ho semplicemente visto il trailer e ho letto le informazioni disponibili sui due siti che vi ho indicato, freedomforbirth e oneworldbirth. L’argomento mi sembra molto interessante e mi piace il modo in cui è stato affrontato (da paladina del parto in casa quale sono, non poteva che essere così). Qualcuna di voi ha avuto modo di vedere il documentario per intero? Scriveteci qui come vi è sembrato.

Livia

Immagine: derechoaver.org