Il cinema ci ha provato a rendere glamour l’autismo. Non conosco molti bambini autistici. Quei pochi non hanno niente di glamour.

Autismo: come lo racconta il cinema

Ricordo Rain Man, film vincitore di 4 premi Oscar in cui Raymond-Dustin Hoffman – fratello autistico del protagonista – compensava il proprio disturbo con capacità di calcolo e mnemoniche che permettevano a Charlie-Tom Cruise di sbancare i casinò di Las Vegas.

E ricordo la dottoressa Virginia Dixon di Grey’s Anatomy, cardiologa le cui eccezionali capacità diagnostiche consentivano di farsi perdonare frasi inopportune dovute all’Asperger.

Poi è arrivata la serie The Bridge in cui le forme bionde di Diane Kruger – donna per la quale Agamennone aveva dichiarato guerra ai Troiani – facevano da contrappeso a gaffes involontarie e comportamenti surreali.

Infine c’è stato Martin, il bambino autistico e ossessionato dai numeri della serie televisiva Touch. Anche in questo caso la grazia silenziosa di Martin e la sua capacità di cogliere e comunicare le relazioni esistenti tra le persone attraverso misteriose combinazioni numeriche rendevano l’autismo affascinante, curioso, cinematografico.

… e come è in realtà

Non conosco molti bambini autistici.

Quei pochi non hanno niente di glamour. Sono bambini che faticano a interagire con un mondo che non li capisce, e con padri e madri che la necessità ha trasformato in eroi. Genitori che amano profondamente i loro figli per ciò che sono, ma che non nascondono momenti di sconforto, di tristezza e fatica.

Dal mio punto di osservazione infinitamente piccolo, l’autismo non sempre si accompagna a sorprendenti doti nascoste ma, più realisticamente, porta con sé angoscia, paura per il futuro e senso di solitudine.

Posso immaginare quanto possa essere difficile e doloroso per un genitore abbattere i muri invisibili che separano il figlio dal resto del mondo, posso immaginare l’apprensione con cui si osservano comportamenti anomali, la fatica della terapia, la stanchezza e i momenti di sconforto. Perché sono genitore anch’io.

Non posso invece conoscere la gioia infinita dei piccoli traguardi, quali sono quelli raccontati qui

Il 2 aprile sarà la Giornata mondiale dell’Autismo. Per l’occasione, la Fondazione Oltre il Labirinto Onlus ha attivato una raccolta fondi per finanziare le attività e i progetti cui lavora.

Fondazione Oltre il Labirinto Onlus: formazione degli operatori e sostegno alle famiglie

Sono progetti di altissima caratura e finalizzati non solo sulla formazione degli educatori ma anche sulle necessità del soggetto autistico, con percorsi di durata e svolgimento tarati sulla persona che ne usufruisce affinché il suo percorso di crescita e di autonomia sia costante.

“Un bambino autistico non impara naturalmente dall’ambiente per osmosi,  come succede nei bambini normotipici, perché vive in un mondo che non capisce; va costantemente e continuamente abilitato anche per imparare un singolo gesto come indicare un oggetto con un dito. L’ abilitazione richiede continua formazione degli operatori e dei genitori e di tutte le persone che interagiscono con il bambino”.

Oltre ad offrire gli strumenti di recupero, la finalità della fondazione è quella di sostenere le famiglie affinché non si sentano mai abbandonate a loro stesse.

Si può aiutare la Fondazione Oltre il Labirinto con una donazione di 2 o 5 euro al 45505, piccole gocce che insieme diventano mare. Il costo di un caffè con brioche al bar, ma con tanta soddisfazione in più.

Locandina TV_Fondazione Oltre il Labirinto