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Negli anni Sessanta è stato fatto negli Stati Uniti un esperimento con bambini di 4 anni: è stato offerto loro un marshmallow, ed è stato chiesto loro di aspettare 15 minuti prima di mangiarlo, perché se ce l’avessero fatta ne avrebbero ottenuto un secondo. Nel video qui sopra Joachim De Posada spiega che è un po’ come se a un adulto al bar venisse chiesto di aspettare un paio d’ore per avere un caffè. Di questi bambini, 2/3 hanno ignorato l’offerta allettante e hanno mangiato il marshmallow prima di 15 minuti, mentre 1/3 è riuscito ad aspettare.

Oggi, a 40/50 anni dall’esperimento, il 100% di coloro che sono riusciti ad aspettare il secondo marshmallow da bambini sono diventati adulti di successo, soddisfatti ed equilibrati, con un buon lavoro e delle relazioni appaganti. A 20 anni risultava inoltre che avevano avuto ottimi risultati scolastici e che frequentavano con profitto l’università, erano felici e avevano buone relazioni con i loro insegnanti.

L’80% di quelli che non ce l’hanno fatta ad aspettare, invece, a 20 anni aveva avuto problemi a scuola, oppure aveva abbandonato l’università, si trovava in difficoltà, aveva problemi.

De Posada ha riprodotto l’esperimento in Colombia oggi, e ha ottenuto lo stesso risultato: 2/3 hanno mangiato subito il marshmallow, mentre 1/3 ha escogitato strategie per riuscire ad aspettare. Nel video vengono proposti alcuni divertenti filmati dove si vedono i bambini interagire con il marshmallow.

Sorge spontanea qualche domanda: la capacità di “delay gratification“, di posticipare la gratificazione, è una dote innata o è una qualità che può essere coltivata? E noi insegnamo ai bambini ad aspettare, a imporsi una disciplina, ad avere autocontrollo e accrescere la loro forza di volontà, oppure soddisfiamo ogni loro esigenza immediatamente, nell’ansia di placare subito ogni loro necessità e desiderio? Voi cosa ne dite?