I problemi del sonno possono essere di diversi tipi. Si possono riscontrare difficoltà nell’iniziare il sonno oppure  problemi misti di inizio e di continuità. I bambini possono anche manifestare un’eccessiva sonnolenza o difficoltà a sviluppare ritmi di sonno-veglia regolare e prevedibili. Inoltre molti fattori, come coliche infantili, la dentizione, febbri, etc, possono influenzare la qualità e l’andamento del sonno.

I risvegli notturni

Durante i primi mesi di vita i risvegli notturni sono molto frequenti, ma possono essere considerati  non problematici a seconda della capacità del bambino di riaddormentarsi dopo il risveglio. Il risveglio è da considerarsi problematico solo se associato ad una risposta di segnale di disagio.

L’insonnia

Nell’infanzia l’insonnia viene diagnosticata quando è presente una difficoltà ad addormentarsi e/o la presenza di risvegli multipli notturni. Nel bambino il sonno è un processo in evoluzione, in via di stabilizzazione, per cui si può facilmente instaurare l’insonnia, legata alla gestione dell’addormentamento e dei risvegli notturni da parte dei genitori. Il segnale più importate dell’insorgenza di un disturbo di inizio e mantenimento del sonno è l’incapacità del bambino a riaddormentarsi autonomamente.

L’insonnia nel bambino può essere causata da molteplici fattori: cause organiche, problemi psicosociali, patologie della relazione bambino-genitore, fattori genetici, prematurità, disturbi psichiatrici nelle figure genitoriali. Nella prima infanzia possono verificarsi due problemi relativi all’avvio del sonno. In alcuni bambini il momento di andare a dormire può suscitare la preoccupazione di allontanarsi dal genitore, in quanto l’ansia di separazione dai genitori diventa intensa. Spesso il genitore risponde in modo disfunzionale, cercando di fare addormentare il bambino tra le braccia, o portandolo nel lettone. Queste modalità alla lunga non agevolano lo sviluppo dei meccanismi autoregolativi del bambino.

Le parasonnie

Le parasonnie sono dei disturbi del sonno in cui l’attivazione motoria e/o automatica interferiscono con il sonno e sono di diverso tipo. Il terrore notturno è un episodio della durata di 1-15 minuti in cui il bambino si sveglia mostrandosi terrorizzato e agitato. Può parlare in modo incoerente, piangere o gridare. In realtà il bambino non è sveglio e quindi inconsapevole. Generalmente questo disturbo, se la sua frequenza e persistenza non sono elevate, viene superato con l’età e il genitore non deve ricorrere ad un intervento specifico.

Gli incubi

Gli incubi ricorrono spesso nell’ultima fase del sonno  e di solito terminano con un risveglio associato a rapido ritorno alla vigilanza.

Il sonnambulismo

Infine, il sonnambulismo è uno stato di coscienza alterata in cui sono presenti contemporaneamente fenomeni del sonno e della veglia. Spesso non vi è ricordo dell’evento, anche questo disturbo tende a scomparire con l’età.

La sindrome di apnea notturna

La sindrome di apnea notturna, invece,  è caratterizzata da un’ipoventilazione che sveglia il bambino. Il risveglio comporta una regolazione della respirazione e il riaddormentamento. Questa sindrome può anche essere determinata da un’ostruzione meccanica delle vie respiratorie superiori. I bambini che ne soffrono mostrano sonnolenza, stanchezza e difficoltà attentive durante il giorno.

Articolo a cura della Dott.ssa Valentina Tarantino
Psicologa ad Orientamento Cognitivo Comportamentale
via Lassalle 14 – 20141 Milano
cell. 334/2507062

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