C’è un dato su cui discutere: oltre il 25 percento delle nascite avviene con un parto indotto.

Quando si supera la durata media della gravidanza, in genere le 40 settimane, la futura mamma viene sottoposta ad alcuni controlli per valutare il suo stato di salute e quello del bambino. A quel punto si può decidere di interrompere la gravidanza e indurre il parto stimolandolo  artificialmente con metodi naturali o farmacologici.

In entrambi i casi, iniezione di sostanze chimiche o manovre dell’ostetrica il travaglio e quindi il parto avvengono più velocemente del normale e le contrazioni sono più forti.

Non sempre la scelta di indurre il parto è realmente necessaria e purtroppo non sempre si pensa solo alla salute della mamma e del suo bambino.

Una delle conseguenze più preoccupanti dell’aumento del numero di parti indotti è la diminuzione dell’allattamento al seno. E sappiamo bene quanto sia necessario preservare ed incoraggiare il più possibile questa pratica naturale (quando possibile).

Una delle maggiori responsabili della difficoltà di allattare dopo un parto indotto è l‘ossitocina sintetica. Questa sostanza che è stata somministrata alla mamma per indurre il parto può dare al bambino sonnolenza, ittero e ridotta capacità di suzione. E quindi maggiori difficoltà che lui/lei si attacchi naturalmente al seno.

Il prossimo 29 marzo il team di Medicina Perinatale del Policlinico Abano Terme, si riunirà per discutere l’argomento in un congresso intitolato “Allattamento alle soglie del III millennio” che si svolgerà all’Auditorium Santa Giustina a Padova. Saranno presenti i massimi esperti del settore a livello nazionale e internazionale. In particolare è prevista la partecipazione di Laurie Nommsen Rivers (Ohio, USA), tra i guru mondiali sul tema dell’allattamento.

Il congresso è rivolto in particolare a ostetriche, farmacisti e personale sanitario. Per informazioni calanthaformazione.com.