Se la quarantesima settimana è prossima a scadere e ancora il vostro bambino non sembra intenzionato  a nascere , ci sono alcuni accorgimenti “fatti in casa” per indurre il travaglio. Essi sono sicuri e sicuramente meno traumatici di quelli chimici, che si renderanno eventualmente necessari se vengono superati i termini di sicurezza o se il bambino dà avvisaglie di malessere.

Se il bambino sta bene, rilassatevi invece pensando che la durata fisiologica della gravidanza umana oscilla tra le 38 e le 42 settimane, e che è possibile che la data del concepimento sia leggermente posposta rispetto a quanto voi avete calcolato sulla base delle ultime mestruazioni.

Il primo e più piacevole aiuto per indurre naturalmente il parto è fare l’amore. L’attività contrattile uterina, scatenata dall’orgasmo femminile, sommata alle prostaglandine contenute nello sperma maschile possono dare una valida mano all’avvio del travaglio. In particolare le prostaglandine determinano l’ammollamento della bocca uterina, necessario perché possa dilatarsi.

Stimolare i capezzoli provoca il rilascio di ossitocina e quindi può anche esso portare un aiuto in vista della partenza del processo del travaglio e del parto.

Un rimedio “della nonna” che però pare avere un’empirica efficacia è l’assunzione per via orale di olio di ricino. Lo stimolo allo svuotamento delle visceri può ripercuotersi , escluisvamente al termine di gravidanza, in un aumento dell’attività contrattile.

Per finire, se tutto ciò non funzionasse, il vostro medico potrà (normalmente alla 40 settimane + 5 giorni) effettuare lo scollamento delle membrane: si tratta di una procedura manuale, fastidiosa per alcune ma non dolorosa, attraverso cui vengono staccate le membrane amniotiche dalla parete interna del collo uterino.

Video a cura di Blogmamma in collaborazione con Openminds corsi pre-parto