Le consultazioni sono già state avviate da tempo: che attività faccio fare al mio bambino? La maggior parte di noi pensa, giustamente, che l’attività sportiva sia necessaria per i più piccoli. Ma secondo me non vale la pena strafare: il rischio è che poi, nell’età in cui i nostri figli dovranno veramente fare sport, e cioè dagli 11 anni in poi, gettino la spugna, e si accascino davanti alla TV o (peggio) prediligano “fare le vasche” al Centro Commerciale.

Per stimolare fin da piccoli la loro curiosità e la loro innata capacità di apprendimento, c’è un’altra soluzione che troppo spesso non viene neanche presa in considerazione: la scuola di lingua.  Sono ormai innumerevoli gli studi scientifici che dimostrano come i bambini siano naturalmente predisposti a imparare più lingue: soprattutto da piccolissimi, in un momento in cui il loro  cervello sta naturalmente predisponendosi all’assimilazione e all’utilizzo del linguaggio.

Imparare una lingua, però, deve essere un processo naturale e non forzato: troppo spesso, nel nostro Paese, abbiamo associato l’apprendimento di una lingua con l’apprendimento della grammatica di quella lingua. Per carità, la grammatica e la sintassi sono fondamentali. Ma oggi c’è un modo davvero efficace e divertente per imparare una seconda lingua: il gioco.

I bambini (ma non solo, ormai questo metodo viene applicato anche per insegnare inglese agli adulti nei corsi aziendali!) imparano vocaboli, costruzione delle frasi, “si fanno l’orecchio” con una maestra che gioca e parla con loro, che li fa correre da una parte all’altra della stanza, che li fa saltare fino a non avere più fiato. Il tutto, in inglese. E’ un metodo che ho sperimentato anche io con mio figlio, e devo dire che ha funzionato alla grande.

I nostri bambini sono davvero dotati di un patrimonio prezioso, non sprechiamolo! Se volete saperne di più, venite a trovarci sul Blog dell’Inglese!