Se siete alla prima esperienza di inserimento scolastico, la parola d’ordine è “gradualità“. Come in tutte le tappe della crescita, cominciare il nido o l’asilo richiede un periodo di preparazione, tanta pazienza e disponibilità.

Ci sono delle piccole abitudini che si possono instaurare sin dalla fine del periodo estivo e delle vacanze, che possono tornare utili. La prima di queste riguarda il fatto di abituare il piccolo alla presenza di altri bambini: giocare al parco, con i coetanei, fargli condividere spazi e giochi, è un buon modo di preparare il terreno.

Per un bimbo di pochi mesi ovviamente sarà diverso, ma per un bimbo che si appresta ad iniziare l’asilo è importante imparare che nel gioco vi sono un ritmo e dei turni, e che coi coetanei è necessario saper “negoziare”.

Spesso i figli unici sono i meno abituati a questa esperienza, non dovendo condividere cose e persone con altri bambini, diversamente da chi ha fratelli ed è abituato a “contendersi” gli spazi.

Un’altra esperienza utile è quella di abituare i bimbi a fare delle cose da soli, come ad esempio a mangiare o bere, per i più grandicelli anche vestirsi: saper fare delle cose per i bimbi non è solo difficile, ma anche fonte di grande soddisfazione. In casa, invece, tendiamo spesso ad agevolarli in molte piccole azioni quotidiane, per la fretta o per la tendenza ad essere protettivi nei loro confronti.

Un’altra tappa importante è che il bambino si abitui gradualmente al distacco dalla mamma o dalle figure cui è abituato. Questo concetto è ormai noto e risaputo, eppure non c’è spesso la dovuta attenzione ai tempi del piccolo, che possono essere estremamente variabili tra un bimbo e l’altro. Sapere che la mamma è vicina, e che torna presto, è un’idea che ha bisogno di tempo per essere acquisita, ed è necessario che il distacco sia inizialmente molto breve.

Molte scuole applicano la prassi del “tre giorni”: tre giorni per abituare il piccolo all’ambiente scolastico in presenza della mamma, nella convinzione che sia un tempo sufficiente ad acquisire fiducia e rendere il distacco meno traumatico.

Anche quando questo periodo è più lungo di qualche giorno, ritengo che sia molto importante che non si abbia fretta: ogni bimbo ha i suoi tempi per costruire quella fiducia che gli permetterà poi di restare per molte ore a scuola senza il timore dell’abbandono, che è quello che li fa piangere e disperare.

In questa fase non esistono “capricci”, e non è vero che qualche lacrima è necessaria e non esiste un metodo indolore. Ritengo che quanto più c’è rispetto per l’inserimento, tanto più sicuro sarà il bimbo non solo nel frequentare la scuola, ma anche nel costruire la propria autonomia.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: marisamoles.wordpress.com