Nove mesi d’attesa, l’esperienza incredibile del parto, amici e parenti che affollano la camera d’ospedale per conoscere il nuovo arrivato e, quando tutto si placa e scende la sera, arriva il momento della prima notte insieme. La vostra prima notte da mamma. La sua prima notte fuori dalla pancia.

Se avete partorito in una struttura favorevole al rooming-in (ovvero il neonato resta giorno e notte con la mamma per tutto il periodo di degenza), la vostra prima notte insieme sarà arrivata anche per voi poche ore dopo la nascita del piccolo.

Ve la ricordate ancora? Riuscite a sentire ancora cosa avete provato in quei primi momenti a tu per tu col vostro bambino?

Se guardo indietro, i ricordi sono un po’ confusi, ma certi dettagli sono incisi ancora nella memoria. Come il mio dito che seguiva le curve di quelle orecchie così minuscole e così perfette. Il suo profumo, un profumo che non avevo sentito mai prima d’allora. I suoi sussulti nel sonno, che facevano sussultare anche me.

Dicono che le prime ore di vita del neonato siano fondamentali per il legame con la sua mamma: il primo contatto pelle a pelle, la prima poppata, il primo momento in cui ci si annusa a vicenda. Per me la prima notte insieme è valsa molto più di tutto, nonostante sia stata molto diversa da quello che avevo immaginato.

Se avessi dovuto descriverla prima che accadesse, quella prima notte insieme, avrei di certo pensato a una ninna nanna dolcissima al suono della quale lei si sarebbe addormentata all’incirca tra la prima strofa e il ritornello, mentre il mondo intorno si acquietava al suono del suo respiro leggero.

Non andò così, inutile dirlo. Quando l’infermiera mi portò la piccola, lei era molto sveglia e molto poco predisposta al sonno. E dire che i neonati, nelle prime ore di vita, dovrebbero solo dormire! Lei invece si esibì in una performance di pianto neonatale da Oscar: occhi strizzati, pugni serrati, viso paonazzo.

Io, così impedita in quei primi movimenti da mamma, cercavo di adagiarmela al petto, di farle sentire la mia presenza. Ma ero così goffa che non ci fu verso di calmarla. Così uscii dalla camera con lei in braccio e iniziai a passeggiare per il corridoio. I pianti degli altri neonati si alternavano accavallandosi al suo. Finché mi andai a rifugiare nella stanza per l’allattamento e mi chiusi la porta alle spalle. Io e lei, finalmente sole.

Ci fu quella ninna nanna dolcissima che immaginavo da tempo, seppur coperta a tratti dal suo pianto. Ci furono coccole impacciate che divennero via via più sicure. E ci fu lei che poi, alla fine, si addormentò, lasciandomi sfinita e allo stesso tempo estasiata.

Non è stata romantica quella notte e non è stata per niente come l’avevo sognata. Ma è stato quello il momento in cui mi sono sentita mamma per la prima volta.

E voi, quale ricordo avete della vostra prima notte insieme al piccolo?