Spesso dopo il parto si soffre temporaneamente di incontinenza urinaria da sforzo, che consiste in una difficoltà a trattenere l’urina sotto sforzo. Lo sforzo può essere uno starnuto, un colpo di tosse, una risata o un urlo di rabbia, come pure una blanda corsa. Basta insomma una lieve contrattura dei muscoli addominali per causare una piccola perdita di urina. Se si è subita un’episiotomia o se si allatta è più facile manifestare questo problema, che, una volta risolto, potrà ripresentarsi durante una nuova gravidanza, o in menopausa, essendo causato, oltre che da un rilassamento dei muscoli del pavimento pelvico, anche dalla presenza o dall’assenza di certi ormoni. Pochi ginecologi ne parlano, pochi sanno come curarla, almeno secondo la mia esperienza, dando forse per scontato che passerà, così come è venuta, e ignorando il fatto che per la donna il disturbo può essere all’origine di un certo disagio.

La cura invece esiste, è indolore e non costa quasi niente. Poiché all’origine del problema si trova – come abbiamo detto – un eccessivo rilassamento del pavimento pelvico, altro non occorre che una ginnastica, detta perineale, che, attivando la muscolatura del perineo, la riporta al suo antico splendore.

Ci sono ostetriche che sanno, con una breve visita, fare quello che viene definito test perineale: valutano la tenuta e l’elasticità del muscolo, e in base al dato raccolto indicano quali esercizi fare, in che modo e per quanto tempo. Fissano poi una visita di controllo per valutare nuovamente il perineo.

Gli esercizi che si imparano con la ginnastica perineale, detti anche di Kegel, consistono nel contrarrre e nel rilassare i muscoli pubococcigei, secondo una precisa sequenza, che varia a seconda dell’esito del test e del programma impostato dall’ostetrica. Si tratta di muscoli con i quali chi pratica danza del ventre o yoga dovrebbe avere una certa dimestichezza, ma non tutti sono abituati a utilizzarli. Per imparare a riconoscerli è utile provare a interrompere il flusso urinario durante la minzione. Una volta individuati i muscoli coinvolti in questa operazione si seguirà la pratica in qualsiasi altra circostanza e momento delle giornata. Di solito si alternano contrazioni rapide a contrazioni lente, contrazioni brevi a contrazioni lunghe. La chiave del successo è la costanza.

I benefici di questi esercizi vanno oltre la cura dell’incontinenza urinaria: essi sono utilissimi come prevenzione, ragione per cui è bene farli già in previsione di una gravidanza, riducono i rischi di prolasso degli organi pelvici, aumentano la capacità di controllare l’orgasmo. Sono, è vero, un po’ noiosi, ma il fatto di poterli fare ovunque, anche al pc, davanti a una tastiera, dovrebbe incoraggiarci a farli spesso, ogni qualvolta ne abbiamo la possibilità.

Qualcuna di voi ha avuto problemi di incontinenza urinaria dopo il parto? Ha trovato indicazioni valide su come risolverla? E ci è riuscita?

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