Quante volte – mi rivolgo alle mamme di due o più bambini – vi è capitato di sentire i vostri figli litigare, e, non potendone più di strilli, pianti e proteste, siete intervenute per placare il conflitto, capire cosa stava succedendo, castigare ora uno ora l’altro figlio? Bene, non avreste dovuto farlo, secondo il pedagogista Daniele Novara, autore del libro “Litigare per crescere“, fondatore del centro psicopedagogico per la pace di Piacenza.

I litigi sarebbero infatti per i bambini “eventi naturali, legati al bisogno di conoscersi e di imparare a stare con gli altri”. Grazie a questi piccoli conflitti i bambini riconoscono le proprie risorse e i propri limiti, scoprono l’errore commesso e apprendono qualcosa di nuovo, imparano a vedere la realtà da un altro punto di vista e ad autoregolarsi.

I bambini sono in effetti generalmente capaci di autoregolarsi per gestire le loro liti, almeno fino a sei anni. I loro conflitti, anche quelli fisici, sono paragonabili a quelli dei cuccioli che giocano a lottare per imparare a stare insieme. Tuttavia, quando i genitori intervengono spesso ostacolano la loro naturale capacità di riconciliarsi e attivano inutili sensi di vergogna.

E voi, quanto spesso intervenite nei conflitti dei vostri figli, o dei vostri figli con i loro amici? Avete mai avuto modo di constatare che, quando lasciate che la lite si esaurisca da sola, i bambini sono capaci di riappacificarsi senza il vostro intervento e hanno modo di trarne una lezione importante?

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