Una mamma separata e dimessa, con un anonimo lavoro al ministero, una figlia spesso trascurata, una madre sopra le righe che non fa altro che criticarla. Questo è ciò che all’apparenza ci trasmette Giovanna, la protagonista di Ma cosa ci dice il cervello, film di Riccardo Milani, il regista di Come un gatto in tangenziale, con Paola Cortellesi come protagonista. Ho avuto la possibilità di vedere in anteprima questo film, che ha tutte le carte per essere appassionante e divertente, ma che soprattutto vuole trasmettere un messaggio importante.

Oggi vi racconto qual è questo messaggio, cosa ne penso del film e perchè, secondo me, dovreste andare a vederlo.

Ma cosa ci dice il cervello: di cosa parla il film

Ma cosa ci dice il cervello cortellesi

Paola Cortellesi veste i panni di Giovanna, una donna apparentemente anonima e noiosa che in realtà nasconde una vita da agente segreto. Le giornate di Giovanna si intrecciano di impegni da mamma alle prese con chat di classe, insegnanti di danza, attività scolastiche e di missioni da agente segreto.

Intorno a Giovanna ruotano un ex marito pilota dell’aeronautica, una bimba che subisce l’anonimo lavoro della madre, una mamma estroversa e sopra le righe che mal sopporta la vita grigia della figlia. Tutti sembrano fare meglio di lei, e invece è lei quella che silenziosamente aiuta il proprio Paese.

Nella vita già complessa di Giovanna tornano dal passato 4 amici del liceo e durante una delle classiche rimpatriate Giovanna si rende conto che tutti sono vittime di angherie. C’è  la pediatra che viene malmenata da una madre che chiede l’antibiotico per la figlia quando non ce n’è bisogno, il professore bullizzato dagli studenti nullafacenti, l’allenatore della squadra di bambini che deve tenere a bada (senza successo) i genitori prepotenti, la hostess che ha a che fare con il solito manager sempre al telefono.

Piccole o grandi angherie portate avanti da chi non è competente in materia (il padre che dà contro all’allenatore, la mamma che sa cosa è necessario per il benessere della figlia perchè l’ha letto su internet, il manager supponente e maleducato, lo studente che giudica un fallito il professore). Angherie che spingono Giovanna a cercare di fare qualcosa per cambiare la situazione dei suoi amici. Lei può, è un agente segreto. Ha le conoscenze, i mezzi e la capacità per provare a migliorare la vita di questi amici.

Il film va avanti con travestimenti, colpi di scena, inseguimenti, momenti di puro divertimento e ovviamente non vi racconto altro. Vi dico solo che non ci si annoia!

Ma cosa ci dice il cervello

Ma cosa ci dice il cervello è un film che diverte sicuramente, ma fa anche pensare

Cosa ci dice il cervello? In che situazione stiamo scivolando?

Proviamo a guardarci intorno: a chi non è capitato,ad esempio, di osservare genitori urlanti a bordo campo, pronti a sostituirsi all’allenatore? Io me li ricordo bene, soprattutto in alcune partite di mio figlio: si aggrappavano alla rete e urlavano. Ho sentito frasi come: “Spaccagli le gambe” dette a bambini di 7 / 8 anni. Non erano genitori di compagni di squadra di mio figlio (da noi, per fortuna, le regole erano prima dettate ai genitori e poi ai figli), ma faceva impressione ugualmente.

Chi ha amiche che insegnano, io ne ho una professoressa alle scuole medie, avrà sentito i racconti di come sia difficile oggi non solo tenere la disciplina in classe, ma soprattutto avere a che fare con i genitori, pronti a prendere le difese dei figli e a dare addosso ai professori. La mia amica con alcuni genitori non fa colloqui da sola, ma sempre in compagnia della preside come testimone, vi sembra normale?

A che punto siamo arrivati? Siamo un popolo di gente che si lamenta, che crede di avere sempre ragione, che pensa al proprio orticello. Il regista di Ma cosa ci dice il cervello con questo film ci offre la possibilità di riflettere su questa situazione. Per farlo ha scelto un registro divertente, e sono sicura che sia stata una scelta vincente. La situazione attuale è un disastro, ammettiamolo. Basta guardarsi intorno, basta fare un giro su Facebook.

C’è ancora speranza? Io dico di sì e Riccardo Milani, secondo me, è della stessa idea. La speranza non sta tanto nell’avere una amica agente segreto che ci risolva i problemi, ma nell’avere la coscienza che non bisogna rassegnarsi al brutto che avanza. In questo, secondo me, il vero eroe della situazione è Roberto (interpretato dal bravissimo Stefano Fresi). Roberto è l’ex bello della compagnia, ora anonimo professore di liceo in sovrappeso. Il soggetto perfetto da essere bullizzato. Roberto, nonostante le minacce fisiche e verbali, non si arrende e non cede: sei i suoi alunni non studiano, li punisce spiegando loro le ragioni per cui nella vita è meglio impegnarsi. Non si arrende e affronta con intelligente humor l’ignoranza e la grettezza di chi si prende gioco di lui.

Si può sempre ripartire per migliorare almeno di un po’ il nostro mondo? Sì. Basta non arrendersi e non rassegnarsi, basta ripartire dalla bellezza e dall’educazione.

“Per far funzionare lo spettacolo, ognuno deve fare la sua parte, anche se piccolina”. Così Giovanna convince la figlia che il suo ruolo da topolino nel balletto dello Schiaccianoci è fondamentale.

Io penso che questa frase sia verissima per tutti noi, cosa ne pensate?