Ricordate Amy Chua, la celebre autrice del libro autobiografico “Il ruggito della mamma tigre”, di cui molto si è parlato anche nel nostro blog? La vedete qui nella cover con le figlie Sophia e Louisa, che, ormai adolescenti, hanno avuto modo di dire la loro opinione sulla madre. E il quadro che è emerso della loro infanzia è tutt’altro che

idilliaco.

Amy Chua – professoressa a Yale, nata e cresciuta negli Stati Uniti, in una famiglia originaria delle Filippine ma di etnia cinese – lo scorso gennaio teorizzava la superiorità della via cinese all’educazione: alle sue figlie da bambine non erano concessi incontri con gli amici per giocare, né tv, né computer, ma solo ore ed ore di pratica al pianoforte o al violino, senza neanche bere né mangiare, pur di raggiungere la perfezione nell’esecuzione. Amy Chua portava avanti questa disciplina ferrea non con l’intento di devastare emotivamente le figlie, ma al contrario per rinforzarle, per spingerle ad andare fino al proprio limite, ad eccellere, a non arrendersi mai di fronte a una richiesta impegnativa, aumentando la propria autostima ad ogni successo conseguito.

Bene, le ragazze, che oggi grazie alla mamma eccellono, ma che non sono più cuccioli di tigre, hanno scelto di andare a vivere il più lontano possibile dalla famiglia: Sophia, diciottenne, in un college lontanissimo e Louisa, più giovane, in un liceo privato altrettanto lontano. “Il giorno in cui avremo figli nostri” hano dichiarato le ragazze “li terremo il più distanti possibili dalla nonna”.

Certo, le ragazze hanno un’età in cui si entra sempre in conflitto con i genitori, chissà che non cambino idea crescendo, però viene da chiedersi se con un po’ di rigore in meno nella loro educazione le ragazze si sarebbero comportate ed espresse allo stesso modo. Voi cosa ne dite: mamma tigre ha davvero esagerato?

Livia

Immagine: http://mabuhaycity.com