La moxa è una tecnica della medicina cinese utilizzata per stimolare il rivolgimento del feto.

Generalmente infatti, il feto assume naturalmente una posizione cefalica (a testa in giù) verso il canale del parto all’incirca dal settimo mese in poi. Quando si presenta in maniera differente è necessario quindi farlo girare.

Che cos’è la moxa?

Come abbiamo anticipato la moxa o moxibustione è una particolare tecnica terapeutica della medicina tradizionale cinese, caratterizzata dall’applicazione prolungata di calore su punti e meridiani tipici dell’agopuntura.

Per effettuare la terapia della moxa viene utilizzata principalmente l’ “Artemisia vulgaris” sotto forma di sigari che vengono bruciati.

Le foglie di questa pianta vengono raccolte in primavera e poi appositamente essicate, pressate e polverizzate. La combustione di questi sigari procura un lento e benefico riscaldamento della cute e di tutte le strutture interessate.

La moxa si può effettuare per un minimo di quindici giorni e viene interrotta quando il bambino si capovolge. Se questo non avviene può essere ripetuta per altri 15 giorni e poi sospesa.

moxa

Come si pratica la moxa in gravidanza?

La moxibustione consiste nello scaldare un particolare punto del piede in particolare tra la 32° e la 37° settimana di gestazione.

Il punto da trattare, in questo caso, è il “67 vescica“. Tale punto può essere individuato dietro l’angolo esterno e posteriore dell’unghia del mignolo del piede.

Nel corso della medesima seduta verranno trattati entrambi i piedi. Il trattamento verrà poi ripetuto, anche quotidianamente, per almeno una decina di giorni.

Alcuni medici consigliano di praticarla anche nelle ultime tre settimane a ridosso  del travaglio.

In questo caso viene stimolato anche un altro punto della colonna lombare che può favorire l’inizio del travaglio  e la velocità dello stesso.

Dopo un’ora dal trattamento o durante la notte successiva si dovrebbe sentire il bambino muoversi.

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Dove può essere praticata?

La tecnica della moxa non può essere fatta da soli. Evitate quindi improvvisazioni e fai da te.

Questo aspetto è molto importante, parlatene con la vostra ostetrica e con il ginecologo che vi segue.

È importante che venga effettuata da un professionista che sappia dosare bene i movimenti da eseguire, la distanza da mantenere (almeno 3 cm dalla cute) e i tempi di applicazione (una decina di minuti per punto).

In questo modo si eviteranno sgradevoli dolori, scottature e intossicazioni da fumo.

Ed inoltre c’è un altro aspetto a cui prestare particolarmente attenzione. Se si applica la tecnica della moxa, può capitare che il feto si sposti ma questo potrebbe far ruotare anche il cordone ombelicale.

In ogni caso potrebbe essere opportuno un monitoraggio ecografico per seguire  i cambi di posizione spontanei del bambino e capite bene che non può essere fatto in casa, da sole.