L’argomento della mensa scolastica divide.

Infiamma. Accalora.

In questi giorni non c’è genitore che su questo tema non abbia espresso un proprio parere a sostegno o assolutamente in disaccordo con questo servizio.

La sentenza

La sfida tra i detrattori delle mense scolastiche e i sostenitori nasce a Torino.

In seguito a una sentenza della Corte d’Appello di questa città, (per la precisione la 1049/2016) che ha  affermato e riconosciuto un principio senza precedenti:

Il “tempo mensa” rientra nell’esercizio di un diritto soggettivo perfetto. Rimanere a scuola in quel segmento orario è dunque un diritto, ma il dover usufruire della refezione scolastica non può diventare un obbligo.

accogliendo l’impugnazione proposta da un gruppo di 150 genitori.

La mensa infatti sino a questa sentenza ha sempre fatto parte dell’attività didattica così come stabilito dall’articolo 28 del contratto nazionale della scuola : “Per il personale insegnante che opera per la vigilanza e l’assistenza degli alunni durante il servizio di mensa o durante il periodo della ricreazione il tempo impiegato nelle predette attività rientra a tutti gli effetti nell’orario di attività didattica”.

La protesta

A partire da questa sentenza su tutto il territorio nazionale si sono formati comitati spontanei di genitori che rivendicano il diritto al pasto portato da casa e a non servirsi della mensa scolastica, i cui costi spesso sono insostenibili per molte famiglie.

Favorevoli o Contrari?

Abbiamo così deciso di intervistare due mamme blogger che seguiamo e amiamo molto: Alessia Gribaudi Tramontana di Scrap&Craft e Cristiana Calilli di CentoperCentoMamma che sull’argomento mensa scolastica hanno posizioni differenti.

Alessia Gribaudi Tramontana e Cristiana Calilli (da sinistra a destra)
Alessia Gribaudi Tramontana e Cristiana Calilli (da sinistra a destra)

L’intervista

Mensa scolastica o pasto portato da casa, favorevole o contraria?

Alessia: Sono assolutamente favorevole alla possibilità di scegliere da parte di noi genitori cosa e come offrire al pranzo a bambini e ragazzi, la mensa è un ottimo servizio per alcune famiglie e ovviamente deve restare e possibilmente migliorare, perchè purtroppo la qualità non è omogenea e invece deve essere garantito un servizio ugualmente idoneo in tutte le scuole del paese. La libertà di scegliere se usufruire del servizio oppure no è un passo avanti importante per tutte quelle famiglie che dalla mensa scolastica non riescono a ottenere quello di cui hanno bisogno, mi vengono in mente le famiglie con più figli che non ce la fanno a sostenerne il costo mensile, oppure quelle che si scontrano con una qualità del cibo inadeguata, o ancora quelle famiglie che hanno consuetudini alimentari particolari per ragioni religiose o ideologiche e spesso si scontrano con un servizio poco flessibile. Da operatore sanitario e da mamma leggo tutto quello che mi capita a tiro sull’argomento, a partire dall’account facebook dell’avvocato Vecchione che è stato l’artefice di tutta questa “bagarre della sciscetta”, spesso sento parlare di “contagio” e oscillo tra la risata e l’arrabbiatura. Solo chi non ragiona può parlare di contagio e di problemi di ordine igienico sanitario per la schiscetta a scuola, i contagi avvengono in modo diverso e purtroppo arrivano quasi sempre dalle cucine industriali che cucinano per tante persone. Se il ragionamento fosse giusto allora anche la colazione che i bambini fanno alle 10,00 dovrebbe essere rigorosamente vietata per gli stessi identici rischi. Sempre leggendo qua e là mi ha colpito molto il commento di una mamma olandese recentemente trasferitasi in Italia, ha spiegato candidamente che in Olanda ogni bambino portava il pranzo da casa, mangiavano tutti insieme nel refettorio bambini di tante culture e religioni diverse senza nessun problema. Arrivata in Italia pensava di trovare lo stesso panorama e invece si è scontrata con una selva di norme e divieti senza senso ed è caduta dal pero. A dimostrazione di come riusciamo noi italiani a complicare anche le cose più semplici.
Cristiana: Favorevole alla mensa, per molte ragioni. Il pasto collettivo è un momento di educazione alimentare e civile, è l’unico pasto che i bambini consumano in una situazione di uno a molti, situazione che può insegnar loro a mangiare ciò che viene loro presentato davanti. Ci sono concetti importanti come rispetto per la persona che ha preparato quel piatto, rispetto per il valore economico del pasto stesso. Favorevole perché la mensa garantisce a tutti i bambini, in qualunque situazione economica si trovino, un pasto caldo accessibile. Non sottovalutiamo che per alcuni bimbi questo pasto è l’unico completo della giornata. Favorevole alla mensa perché il menu è stilato tenendo conto degli apporti nutrizionali adatti per bambini e ragazzi. Favorevole ad una revisione delle tariffe e ad un aumento di qualità della mensa, battaglia che non si combatte disiscrivendo i bambini dal servizio. Contraria al pasto da casa perché questo farà aumentare il costo della mensa per coloro che ne usufruiranno, perché è un ennesimo passo verso lo smantellamento della scuola pubblica. Contraria al pasto da casa perché toglie tutele a tutti, in termini legali, in caso di intossicazione, per esempio. Contraria perché i bambini di altri Paesi del mondo che porteranno il pasto da casa perderanno l’unico contatto a loro disposizione con la cucina italiana, strumento di integrazione. Contraria perché ho già sentito di bimbi messi in difficoltà da questa scelta. E detesto quando i genitori vogliono far combattere le proprie battaglie ai figli.

Come gestite il pasto dei vostri figli a scuola?

Alessia: I miei figli da quest’anno sono entrambi alla scuola media inferiore ma ho scelto con molta cura una scuola (forse l’unica della mia provincia) che ha ancora tre rientri pomeridiani. I ragazzi sono più grandi e quindi hanno il permesso di uscire ed andare a mangiare al bar oppure a casa, ma per chi nel vuole usufruire hanno anche la mensa scolastica con lo stesso identico servizio che avevano alla scuola elementare. Purtroppo siamo lontani dalla scuola (in un altro paese) e quindi non c’è il tempo materiale per andare a prenderli e portarli a casa, farli mangiare al bar mi sembra poco sano e molto antieconomico e quindi per ora sono stata costretta ad usufruire del servizio mensa anche se la qualità è molto scadente e adesso che sono alle medie ricevono il cibo dopo tutte le altre scuole aggiungendo il problema che i pasti arrivano freddi e completamente scotti. Sto battagliando per ottenere la schiscetta (che in alcune scuole della provincia è stata sdoganata in corner) e poter preparare del buon cibo casalingo come: frittate, pastasciutta al sugo, insalate di orzo, involtini, polpette, ecc. ecc. che è quello che vogliono anche loro che me lo chiedono dal primo anno di scuola dell’obbligo (alla scuola materna avevano la cuoca interna ed era tutta un’altra musica). Per la merenda gli do sempre un bel panino fatto in casa con farciture varie, bello grande perchè i miei due ometti hanno sempre fame.

Cristiana: La domanda può anche essere: come gestisco il pasto dei miei figli a casa? Sono tranquilla perché, le sere in cui si arriva a casa tardi e in tavola si mette una pasta al volo, so che a pranzo hanno mangiato a scuola. Quindi per me è una garanzia. La merenda cerco di prepararla in casa, alternando muffin dolci o salati a torte. Cucino una torta o i muffin e li surgelo in monoporzioni, che lascio di volta in volta scongelare nello zaino prima della merenda. A volte do alle mie figlie anche frutta fresca o frutta secca. Capita qualche merendina di tanto in tanto.

 

E voi che ne pensate. Mensa scolastica: favorevoli o contrari?