I pannolini inquinano moltissimo e questo si sa. Un pannolino usa e getta tradizionale, a causa dei materiali sintetici di cui è composto, impiega circa cinquecento anni a degradarsi, impattando in maniera notevole sull’ambiente. Il Consorzio Italiano Compostatori dichiara che in Italia sono circa due miliardi i pannolini che vengono conferiti nei rifiuti: questo significa oltre 500.000 tonnellate di rifiuti. Se poi pensiamo all’Europa si parla di 25 miliardi di pannolini monouso, che, messi in fila, coprirebbero 32 volte la distanza tra la terra e la luna.

Sono numeri da capogiro, che riusciamo difficilmente ad immaginare.

Oggi vi presentiamo una novità nel campo dei pannolini usa e getta, che ha un decisamente inferiore rispetto ai pannolini convenzionali che hanno molte componenti di origine fossile, ossia di derivazione petrolifera.

Un’azienda italiana, la Wip Spa, ha prodotto il primo pannolino monouso compostabile. Che cosa significa?

Esattamente come tutti i rifiuti organici, i pannolini monouso ecologici di questa azienda toscana possono essere conferiti nel bidone del rifiuto organico (privati delle alette) perché hanno ottenuto la certificazione di compostabilità, rilasciata dal Consorzio Italiano Compostatori, “una struttura che collabora con gli Enti pubblici per promuovere e perseguire la politica di riduzione dei rifiuti, l’attuazione della raccolta differenziata con particolare attenzione alla separazione, lavorazione, riciclaggio e valorizzazione delle frazioni organiche compostabili”.

Un rifiuto è compostabile quando si degrada in breve tempo, proprio come gli scarti di cibo. Solo un prodotto biodegradabile almeno al 90% può dirsi anche compostabile ed essere conferito nel rifiuto organico. Questo in termini di costi ambientali è un risultato eccezionale, che a livello europeo viene salutato come una novità assoluta.

I pannolini usa e getta di Wip sono realizzati con materie prime di origine vegetale, cioè dei materiali alternativi alle plastiche di origine fossile cioè di derivazione petrolchimica.

Quindi se vengono correttamente conferiti nel rifiuto organico possono trasformarsi in fertile humus, e tornare alla terra.

E voi li avete mai provati? Pensate di valutarne l’efficacia?

Immagine: puntosienergia.it