Secondo gli esperti del settore Fortnite è il videogioco per antonomasia.

Per esperti intendiamo non solo i ragazzi che quotidianamente ci giocano. Quanto piuttosto gli analisti del settore videogame.

Il videogame infatti è oramai un fenomeno globale.

Coinvolge più di 200 milioni di utenti in tutto il mondo.

Una vera e propria community che ha gli permesso di configurarsi non solo come un gioco ma come un vero e proprio social network.

Perché Fortnite piace ai ragazzi?

Una popolarità che preoccupa per la sua capacità di attrarre e ingaggiare i ragazzi ovunque nel mondo.

Di diventare il loro unico passatempo. Di rapirli all’interno del suo universo.

Cerchiamo di capire perché questo accade e soprattutto perché i nostri figli sono così attratti da questo videogioco.

Fortnite

Che cos’è Fortnite?

La modalità offline del gioco è a pagamento, quella online, Battle Royale può essere scaricata e giocata gratuitamente. E già questo è un vantaggio.

Ma il successo della versione online non è dovuto solo al fatto che sia gratis, quanto alla modalità di gioco che è player versus player.

Si può scegliere se giocare da soli, in coppia o in squadre di massimo quattro giocatori, scelti fra i propri amici oppure incontrati all’interno del gioco.

L’altro elemento che lo ha reso così popolare è che può essere giocato da ogni piattaforma.

Pc, mobile, Playstation o Xbox. Il gioco supera il concetto di device.

fortnite

La trama

Fortnite riprende le atmosfere e le ambientazioni della saga  The hunger games.

Si parte in 100 persone. Si viene catapultati su un’isola piena di insidie, nella quale si svolgerà una battaglia tutti contro tutti. Vince l’ultimo che resta in piedi.

L’importante è sopravvivere, con ogni mezzo, e per farlo è necessario sostanzialmente sterminare tutti gli avversari.

Si arriva sull’isola armati solo di un piccone, che serve per procurarsi tutto il resto: materiali per costruire barriere o edifici, armi e munizioni contenute in bauli sparsi sul terreno.

Come si gioca?

I giocatori possono comunicare tra loro usando cuffie e microfono.

Siccome Fortnite è popolare in tutto il mondo, capita di finire in squadra con gamer di altri paesi.

E questo può essere considerato un aspetto positivo.

La passione per Fortnite costringe i ragazzi a parlare in inglese con i loro compagni di gioco.

Ma allo stesso tempo ne presenta anche uno negativo.

A Fortnite non giocano solo gli adolescenti. Ma anche gli adulti. Con tutte le insidie che potrebbe comportare e nascondere questa frequentazione.

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Videogame e dipendenze

Non è il videogioco in se che genera fenomeni di dipendenza.

L’ossessione per Fortnite testimoniata da diversi studi in America ma anche da diversi genitori qui in Italia è la medesima di chi soffre di altre dipendenze.

Ovviamente i ragazzi vogliono giocare. Il più possibile. Ma occorre monitorare le ore che passano davanti alla consolle.

Così come la tv non è mai stata una baby sitter non è lo strumento che va demonizzato.

Ovviamente la violenza è presente nel gioco.

Insieme alla tecnica per eliminare gli avversari.

L’aggressività è mitigata da una grafica molto cartoon. Il tono quindi più che realistico è ironico.

Fortnite

Alcuni consigli

Non ci sono grandi prove scientifiche che possano giustificare una correlazione così netta fra questo videogame e una dipendenza. Così come per i videogame in generale.

L’aspetto da sottolineare è invece che ogni adulto dovrebbe provare a capire in che modo il figlio utilizzi il videogioco, come reagisca agli stimoli e quale sia l’ambiente sociale intorno a lui.

Quando manifesta certi sintomi, che fanno riscontrare una qualche forma di dipendenza il videogame potrebbe anche rappresentare un rifugio da altri problemi.

Dunque non si tratta tanto di stigmatizzare il gioco ma capire che in certe circostanze può portare a trascorrerci troppo tempo e a sviluppare sintomi simili alla dipendenza ma all’interno di un sistema che non funziona già correttamente.

Come afferma Federico Tonioni, psichiatra, dirige al Policlinico Gemelli di Roma quello che è stato in Italia il primo ambulatorio pubblico ad occuparsi delle dipendenze da Internet:

“Non esiste una dipendenza patologica da social, soprattutto fra i giovani.

La sola dipendenza che abbiamo è dall’approvazione degli altri e vale anche per chi non ci saluta a una festa e ci fa sentire soli”.

Se  un ragazzo o una ragazza ha dei problemi, quelli rimangono non scompaiono giocando a Fortnite o a qualche altro videogioco.

Ed è li che occorre intervenire.