Si è conclusa in Lombardia e nella maggior parte delle regioni italiane la prima settimana di scuola. Solo Liguria, Puglia e Abruzzo hanno posticipato l’inizio ad oggi, lunedì 20 settembre. Si può quindi, almeno per la Lombardia, dove la scuola è iniziata una settimana fa, tirare un bilancio.

Nella primaria, fino a venerdì erano ancora molti i supplenti annuali da nominare, tanto che la maggior parte delle scuole ha scelto di mantenere un orario ridotto, in modo da non trovarsi in difficoltà con classi parzialmente scoperte. Il tanto temuto maestro unico non arriverà quasi in nessuna scuola, per lo meno a Milano, dove il tempo pieno è ritenuto una necessità imprescindibile. Tuttavia, siccome i tagli hanno colpito inesorabilmente ogni istituto, sono state assegnate meno maestre rispetto a quelle che occorrerebbero per coprire in due le 40 ore di frequenza settimanali.

Nella classe di mio figlio, come in molte altre, per esempio, non ci saranno più due maestre full time con contratti di 22 ore ciascuna – contratti che consentivano loro di lavorare anche in compresenza – ma una maestra full time e una maestra part time. Le ore di compresenza, fondamentali per lavorare in piccoli gruppi, in laboratorio, o per fare le gite, verranno quindi tutte eliminate, ma non solo: altre maestre, probabilmente due, dovranno inserirsi nella classe per coprire le ore che la seconda maestra part time non arriverà a coprire, aggiungendosi perciò a quest’ultima, oltre che all’insegnante di inglese e a quella di religione. In totale, quindi, le insegnanti che ruoteranno sulla classe di mio figlio nel corso delle 40 ore settimanali saranno – probabilmente, con un gioco di incastri decisamente complicato – sei. Dico probabilmente, perché questo gioco di incastri non ci è ancora stato svelato; non so se nella riunione di oggi avremo il piacere di ricevere informazioni più precise: la seconda insegnante, infatti, quella part time, che sarà una supplente annuale, deve ancora essere nominata.

D’altronde l’ammontare dei tagli parla chiaro: in tre anni, 8 miliardi di euro in meno, e siamo solo alla seconda stagione. In base a una fotografia dell’Ocse, siamo penultimi davanti alla Slovacchia per spesa scolastica, ultimi per la quota di spesa pubblica destinata alla scuola: due dati decisamente allarmanti.

Il sito di repubblica.it invita a raccontare le proprie storie o a inviare le proprie foto, per immortalare le difficoltà che gli insegnanti e, di conseguenza, gli alunni si trovano ad affrontare. Tuttavia a me piacerebbe leggere anche qualche storia positiva, di istituti come quello di cui si è parlato su Radio 24, che, nonostante i tagli, sono riusciti ad organizzarsi in maniera soddisfacente per insegnanti, alunni e famiglie. Voi ne avete da raccontare? Fatelo nei commenti a questo post.

Immagine: a.marsala.it