I risvegli notturni causati dalla perdita del ciuccio non sono certo un’eventualità remota, soprattutto se il bambino è nutrito con il biberon e quindi è costretto a poppate molto più brevi di quante non lo siano quelle dei bambini allattati al seno, che devono necessariamente succhiare con grande vigore per almeno una quindicina di minuti ogni pasto.

Secondo alcuni studiosi, il succhiotto permette al bambino di superare la possibile frustrazione che può derivare dalla velocità del pasto e, in più, consente di scaricare la tensione e il nervosismo, che anche i piccolissimi possono accumulare. Si tratta comunque solo di un’ipotesi, perché nella pratica si osservano bambini allattati al seno che strillano ogni volta che il ciuccio scivola fuori dalla bocca e bambini nutriti artificialmente che sono assolutamente indifferenti nei confronti della perdita del ciuccio.

Allora cosa fare?

In generale, se il piccolo è allattato artificialmente, è consigliabile usare una tettarella in cui è stato praticato un foro molto stretto. In questo modo, infatti, il bambino viene obbligato a succhiare più vigorosamente e per un tempo più lungo. Per quanto riguarda l’opportunità di rimettergli il ciuccio ogni volta che lo reclama, bisogna agire con buon senso, anche in base alla frequenza con cui avvengono i risvegli.

Se sono troppo numerosi è opportuno non accontentare il bambino ogni volta che reclama. Bisognerebbe cioè progressivamente abituarlo a riaddormentarsi anche senza ciuccio in bocca ed in questo caso ci vogliono pazienza e nervi ben saldi. Nell’arco di un paio di settimane di graduale rieducazione si possono veder i primi risultati soddisfacenti.

Esiste un trucco molto efficace, che si può adottare a partire dagli otto mesi di vita del bambino, se il piccolo si sveglia di frequente durante la notte solo per reclamare il ciuccio. Consiste nel mettere nel lettino 3-4 ciucci: in questo modo potrà riuscire a recuperarlo da sé, senza dover chiamare in aiuto mamma o papà!

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