Oggi, 31 dicembre, è S. Silvestro, l’ultimo giorno dell’anno. Auguriamo a tutti voi di trascorrere una serata in armonia e in compagnia di persone che amate, una serata che sia di buon auspicio per un nuovo anno prospero e sereno. E vi vogliamo raccontare qualcosa sulle origini, i simboli e i rituali legati a due delle giornate più importanti dell’anno: oltre ad oggi, l’ultimo giorno del 2009, anche domani, il primo del 2010.
La leggenda racconta che S. Silvestro è disceso in un sotterraneo, con una scala di 365 gradini, per uccidere un drago. Per tradizione, lo si deve festeggiare tra il sesto e il settimo rintocco scandito dall’orologio che suona la mezzanotte.
In questa notte si sono rifugiate parte delle usanze dei Saturnali che la chiesa aveva, a poco a poco, scacciato dai giorni che precedevano il Natale. Altre, invece, come le mascherate, sono confluite nel Carnevale. Usanze della notte di S. Silvestro sono ancora oggi il lancio di piatti vecchi e il fare chiasso per esorcizzare l’anno passato, mangiare uva e lenticchie per procacciare fortuna e indossare mutande rosse, il colore del sole e della gioia.

Bisogna risalire alla tradizione celtica per scoprire le origini del bacio sotto il vischio alla mezzanotte di Capodanno. Il vischio è un parassita che cresce sugli alberi, senza mai toccare terra: si pensava che brillasse di notte vicino ai giacimenti di oro. Nasce dal cielo ed è figlio del fulmine; le sue bacche si sviluppano in nove mesi (come un bambino) e si raggruppano a tre a tre, numero sacro per tantissime culture: la trinità energetica. Grazie ai suoi poteri medicamentosi è ritenuta una delle più potenti piante, anche se può essere fatale, se usata scorrettamente. I Celti lo raccoglievano solo quando era necessario, con una piccola falce d’oro, usata da mani pure, a digiuno, vestiti di bianco e a piedi nudi, con l’offerta di pane e vino agli alberi della foresta. I Druidi ritenevano il vischio in grado di guarire qualsiasi malattia: si utilizzava un falcetto d’oro poichè, essendo una pianta lunare, con l’uso di un metallo legato al sole si riunivano le energie opposte e i due principi del cosmo, il femminile e il maschile.
Anche nella cultura romana troviamo Enea che scende agli inferi con un ramo di vischio da donare a Proserpina.
Baciarsi sotto al vischio è di buon auspicio e deriva dalle conoscenze druidiche che vogliono questa pianta sia apportatrice di fecondità, perchè le sue bacche danno un liquido molto simile al seme maschile.
Anche la dea dell’amore Freya possedeva questa pianta.
Il Cristianesimo ha dubbi nei confronti del vischio, perché, ai tempi della crocifissione, mentre le altre piante si rifiutarono di collaborare, esso offrì i suoi rami per costruire la croce. Per questo fu maledetto e li perse per sempre. Ma, oltre a questa leggenda, si dice anche che, proprio per la sua nascita misteriosa, sia simbolo di Cristo.

E’ relativamente da poco che gennaio è stato eletto primo mese dell’anno (“solo” dal 1691 su ordine di Papa Innocenzo XII) e lo si deve all’Epifania (che letteralmente vuol dire “apparizione”, cioé “manifestazione di un essere occulto o spirituale”) e al Battesimo di Gesù (che si festeggia il 10 gennaio e che simboleggia l’inizio della sua vita pubblica), che stanno ad indicare l’inizio di un nuovo periodo di vita.
Dal 1986 si celebra in questo giorno la Giornata della Pace: sarebbe bello se riuscissimo tutti a fare un pensiero d’amore affinché la pace regni su tutta la Terra. Inoltre, da diversi anni è stata istituita “La festa della candela”: alle 12 in punto, tutti i bambini del mondo accendono una candela che porti Pace alla Terra.

Persino io – che non ho mai amato i cenoni di fine anno (il cotechino mi ha sempre fatto orrore, anche quando non ero vegetariana, e non mi piace abbuffarmi per poi sentirmi male il giorno seguente), che non amo particolarmente le feste né amo fare tardi la sera, che sono infastidita dall’attesa spasmodica del rintocco della mezzanotte e che ai botti che durano ore preferisco un sano riposo – persino io, dicevo, da alcuni anni a questa parte ho iniziato a dare valore a questa ricorrenza. Festeggiandola a modo mio, prediligendo il silenzio e la tranquillità. Cosa molto più facile da quando ho figli piccoli, e quindi ho una scusa buona per non partecipare a feste rumorose.

Naturalmente, se voi amate festeggiare l’ultimo dell’anno in maniera più tradizionale, un po’ meno claustrale della mia, fate pure. L’importante è che stiate bene, e che non mi disturbiate troppo a lungo con i botti … Auguri ancora, da parte di tutta la redazione. E domani raccontateci nei commenti come avete passato la serata, se in compagnia dei vostri figli o per conto vostro.

Fonte per le origini delle due feste, i simboli e i rituali: Gigi Capriolo, www.istitutocosmos.it

Immagini:

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