È della scorsa settimana la notizia dell’apertura, da parte della Procura di Torino, di un’indagine sullo Schifidol: moltissimi bimbi italiani la scorsa estate ha acquistato almeno un barattolo dell’orrenda gelatina colorata con dentro il mostro di gomma. Eppure, la notizia che Schifidol fosse pericoloso era già circolata.

Ad essere incriminate per prime, lo scorso Marzo, erano state le figurine Schifidol Puzz, che avevano intossicato 16 bambini ed una maestra di una scuola elementare nei pressi di Torino. Domenica è apparsa sui maggiori quotidiani la notizia che anche lo Schifidol Slaim è tossico e potrebbe provocare danni, se ingerito o inalato, alle mucose nasali e alle alte vie respiratorie. Il problema è che lo Slaim si presta ad essere manipolato, e chiaramente i bimbi poi non vanno ogni volta a lavarsi le mani, mettendole magari anche in bocca:

Di fronte alle accuse, l’azienda (la Gedis, uno dei maggiori produttori di prodotti da edicola per bambini) si difende sostenendo che sono stati effettuati due test tossicologici, entrambi risultati negativi, e che comunque lo Schifidol Slaim non è più in vendita dalla scorsa estate. Vero, vero anche che sul comodino di mio figlio troneggia ancora un barattolino giallo, che da ieri mi sembra più pericoloso di una scoria nucleare.

Il problema, per noi mamme, rimane sempre quello della qualità e non tossicità dei giochi che acquistiamo: non sempre è possibile avere un’informazione dettagliata, e molto spesso cediamo alle insistenze dei nostri figli, pensando che comunque un prodotto in vendita nelle edicole non può essere dannoso. La prossima volta, però, faremo più attenzione.