I funghi in gravidanza possono essere mangiati?

Quali sono le loro controindicazioni per le donne in dolce attesa? Perché potrebbero costituire un problema?

Scopriamolo insieme.

Passione funghi

I funghi con l’arrivo dell’autunno sono un ingrediente prelibato da gustare. Inoltre sono ricchi di nutrienti benefici per la salute.

Sono un alimento che non reca nessun disturbo alla mamma e al bambino.

Tuttavia per consumarli in sicurezza è necessario conoscere alcune regole generali.

Tutti i funghi sono infatti potenzialmente tossici. Assorbono come spugne tutte le impurità e contaminazioni presenti nell’ambiente.

Per questo è molto importante:

non raccogliere e mangiare i funghi che siano stati trovati in zone inquinate o ad alta densità di traffico.

A prescindere dal fatto che si sia o meno in dolce attesa.

Funghi in gravidanza

Pericolo funghi raccolti

In modo particolare per le donne in gravidanza così come riporta il Ministero della salute il consumo dei funghi può avvenire solo:

  • quando si conosce l’esatta provenienza;
  • quando si conosce ed è preservata la modalità di conservazione;
  • previa cottura.

Le donne in gravidanza così come i bambini non devono mangiare funghi raccolti nei boschi o nei campi.

Funghi in gravidanza

Alcuni consigli

Non esistono metodi empirici (quali le prove con l’aglio, monete d’argento ecc.) per verificare se un fungo sia edule o velenoso.

La cottura, l’essicazione o altri sistemi non servono a rendere meno tossici i funghi mortali. Anzi, per le conserve sott’olio prodotte in casa esiste anche il rischio botulino.

Le tossine più pericolose sono termostabili e quindi non perdono la loro tossicità.

Tutti i funghi vanno mangiati ben cotti, da crudi essi sono scarsamente digeribili, se non addirittura velenosi (il comune “chiodino” Armillaria mellea, è tossico se non è effettuata una prebollitura di almeno 15-20 minuti prima della cottura definitiva) che degrada le tossine termolabili presenti in questo fungo.

Funghi in gravidanza

Occhio all’etichetta

Quando acquistate i funghi freschi spontanei in un negozio di ortofrutta o al mercato verificate che la cassetta o l’involucro che contiene i funghi abbiano un’etichetta attestante l’avvenuto controllo micologico da parte degli Ispettorati micologici delle Asl, che si collocano all’interno del Dipartimento di Sanità pubblica nel Servizio di Igiene degli alimenti e della nutrizione, deputati per legge al controllo. Nel caso non sia presente il cartellino di controllo si consiglia di non acquistare il prodotto e di segnalare il fatto agli organi preposti al controllo degli alimenti (Ispettori sanitari, Tecnici della Prevenzione delle Asl, Nas ecc.).

Funghi e bambini