L’inquinamento delle nostre città non tende ad attenuarsi. Anzi. Negli ultimi anni, la qualità dell’aria nei maggiori centri urbani è peggiorata con gravi e drammatici effetti sulla salute. Sempre più spesso lo smog è il fattore determinante nello sviluppo di patologie respiratorie.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che ogni anno, in tutto il mondo, 800 mila persone muoiono proprio a causa dell’inquinamento, soprattutto tra i soggetti considerati “più a rischio”: anziani, malati cronici e bambini.

Una recente ricerca coordinata dall’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, dalla Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dall’Università degli Studi di Milano, ha registrato una correlazione evidente tra l’inquinamento dell’aria e lo sviluppo delle patologie respiratorie nei bambini, con un ulteriore aumento del rischio in particolare nei più piccoli che soffrono di broncospasmo (wheezing) o asma.

L‘indagine ha esaminato per 12 mesi i bambini e i ragazzi, dai 3 mesi ai 18 anni che vivono nell’area della cosiddetta Grande Milano (che comprende la città e il suo hinterland). Sono stati poi confrontati i dati dei bambini con asma bronchiale o broncospasma con quelli senza patologie.

I dati raccolti hanno evidenziato che l’inquinamento modifica sempre la risposta immunitaria dei soggetti e contribuisce all’infiammazione delle vie aeree.

Come sottolinea Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica:

“I bambini, soprattutto quelli in età prescolare sopportano il 40% del peso dei danni indotti dall’inquinamento, poiché hanno caratteristiche anatomo-fisiologiche che li rendono più suscettibili. In particolare, durante la crescita e lo sviluppo degli organi esistono delle “finestre di vulnerabilità” agli stimoli nocivi, quali il periodo pre-concezionale, l’età embrionale, il primo anno di vita, il periodo dalla nascita fino ai 5-6 anni e l’epoca dello sviluppo puberale”.

 Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente di SITIP
Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente di SITIP

 

I dati hanno, inoltre, confermato che per i bambini già affetti da wheezing e asma, l’abitare in zone limitrofe ad aree molto trafficate è risultato essere un fattore di rischio per infezioni delle basse vie aeree e per episodi asmatici. Mentre abitare in luoghi dove sono presenti consistenti aree verdi, come parchi o prati ha un effetto positivo.

I risultati di questa ricerca ribadiscono ancora una volta l’urgenza di interventi seri per ridurre la concentrazione di smog nelle nostre città e la necessità di vaccinare contro l’influenza i bambini che soffrono di patologie respiratorie che rappresentano il 15% della popolazione pediatrica, per evitare che lo smog aggravi ulteriormente la loro situazione.