I bambini vivono di rituali ed abitudini perché li aiutano a sentirsi sicuri e in grado di affidarsi alle persone che li circondano. Mai nessun altro argomento ha diviso tra loro le mamme come i vari metodi della nanna per abituare il bambino ai normali ritmi del sonno. Questi vanno dai più flessibili ai più rigidi, quindi come decidere il più adatto a per se e per il proprio bambino?

La maggior parte degli esperti suggerisce la poppata solo su richiesta per le prime dei settimane di vita. E nel caso non ci fossero particolari condizioni, non è detto che ogni mamma non possa apportare le dovute modifiche che meglio si adattano alle proprie esigenze e a quelle del proprio bambino. Del resto è più semplice insegnare ad un neonato piuttosto che a un bambino di un anno a dormire da solo. E se i tre mesi sono visti da alcuni esperti come l’età ideale per iniziare ad abituare il bambino a orari e routine fisse, altri esperti e mamme pensano, invece, che sia necessario stabilire fin dall’inizio una certa ciclicità delle poppate e dei periodi di sonno.

Vediamo insieme quali sono i vari metodi della nanna suggeriti dagli esperti.

Il metodo rigido

Ideale per mamme organizzate che amano gli orari fissi e i tentavi netti fin dall’inizio, mamme alla loro prima esperienza e per tutti i neonati, anche se questo tipo di metodo è più indicato per i bambini a partire dall’anno di età. Consiste nell’insegnare al bambino fin dal primo giorno la differenza tra giorno e notte e tra pisolino e sonno lungo, organizzando anche i tempi e gli orari delle poppate.

Questo metodo parte dal presupposto che tutto ciò che facciamo influisce sui nostri bambini e sui loro ritmi di sonno. Si comincia con il mettere il bambino nella culla alle sette di sera quando è ancora sveglio, in un ambiente calmo e buio con la porta chiusa e lasciare che si addormenti da solo. Il metodo assicura che il bebè dormirà tutta la notte in poche settimane.

Svantaggi
E’ spesso difficile conciliare questo metodo con i ritmi rigidi della vita quotidiana e molte mamme detestano che gli venga detto cosa fare e quando farlo. Inoltre, alcuni medici consigliano di tenere la culla nella stanza da letto dei genitori almeno per i primi sei mesi per ridurre il rischio di morte in culla. Risulta comunque un metodo abbastanza difficile da seguire se si hanno altri figli.

Il metodo naturale

Ideale per mamme poco ansiose e calme che credono nel compito di provvedere ai bisogni dei loro bambini e per bambini allattati al seno o che detestano dormire da soli. Il metodo consiste nel far dormire il bambino con i propri genitori nel lettone. Dividere il letto con il bambino aiuta a rafforzare il legame con i genitori, dal momento che si impara a rispondere ai suoi bisogni anche quando si è in dormiveglia. I bambini che vengono allattati al seno possono essere nutriti nel letto senza pianti troppo lunghi. Il bambino si addormenta anche più rapidamente grazie alla vicinanza della mamma.

Svantaggi
Se si abitua a dormire con la mamma, il bambino potrebbe non imparare mai ad addormentarsi da solo. Alcuni esperti hanno espresso i loro timori in merito ai rischi che potrebbe correre il bambino durante la notte e consigliano ai genitori di non dormire insieme ai loro bambini finchè non avranno compiuto le otto settimane d’età.

Ma attenzione non bisogna mai dormire con il bambino se la mamma o il papà sono fumatori, se si è stanchi, si ha bevuto o assunto droghe o medicine. Sarà necessario utilizzare un materasso abbastanza duro e allontanare cuscini e coperte dal bambino. Così come è da evitare di addormentarsi sul divano con il bambino.

Il metodo flessibile

Ideale per mamme che desiderano insegnare loro a dormire tutta la notte con un metodo dolce e per bambini dai sei mesi. La chiave è avere delle abitudini e degli orari fissi e mettere il bambino nella culla quando è ancora sveglio. La prima sera, mettere il bambino nella culla dopo i soliti rituali. Dargli la buonanotte e un bacio e poi lasciare la stanza. Se piange non correre da lui. Aspettare un tempo fisso, poi, tornare da lui con calma senza prenderlo in braccio e poi lasciare di nuovo la stanza.

Ogni volta che piange, aumentare il tempo di attesa prima di rientrare nella stanza. All’inizio, cominciare con un tempo che vada bene alla mamma. Se si riesce a resistere solo 30 secondi, va bene. Quando si entra nella stanza evitare di prenderlo in braccio o di allattarlo. Ripetere i soliti rituali ogni sera, come rimboccargli le coperte, dargli la buonanotte, baciarlo e poi lasciare la stanza. Se si ha fortuna, presto imparerà ad addormentarsi. Ma se si sveglia durante la notte, ripetere gli stessi risultati. Nel giro di qualche giorno, dovrebbe cominciare ad abituarsi. Il metodo funziona, ma ogni bambino è diverso dall’altro.

Svantaggi

Controllare il pianto del bambino è un’impresa ardua. Se non si è pronte, sarà meglio aspettare prima di cominciare.

E voi mamme in quale metodo vi ritrovate? Come avete insegnato ai vostri bambini ad addormentarsi da soli?

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Immagini:
sheknows.com
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