Quale zucchero scegliere per i bambini: stevia o fruttosio?
Quale dei due può essere consumato, ovviamente a piccole dosi giornaliere?
Quale dei due preferire?
Cerchiamo di capire meglio le caratteristiche di questi due zuccheri naturali.
La stevia
La stevia è una pianta della famiglia dei crisantemi originaria del Sudamerica. In questo paese è stata utilizzata da secoli per il suo alto potere dolcificante.
Ma senza calorie e privo di potere cariogeno.
L’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) invita comunque alla cautela nel consumo della stevia. In particolare per i bambini. Infatti, consigliano di trattare la stevia come tutti gli altri zuccheri.
Naturale non significa meno dannoso.
Meglio evitare di farla consumare ai bambini prima dei due anni e poi solo in piccole dosi giornaliere.
Il fruttosio
Il fruttosio è classificabile tra gli zuccheri buoni.
Si tratta di uno zucchero naturale presente in diversi alimenti. Soprattutto nella frutta ma anche nei vegetali, nelle farine utilizzate per pasta, pane e pizza e nel miele.
È uno zucchero semplice con un potere dolcificante pari a un terzo del glucosio.
In una dieta bilanciata, il consumo di fruttosio naturalmente contenuto nei cibi non provoca alcun effetto negativo.
Se somministrato in dosi elevate si trasforma in grassi e produce più acido urico, che si ripercuote anche sulla resistenza all’insulina.
Il fatto che sia uno zucchero buono non significa che se ne possa consumare una grande quantità.
Il fruttosio in particolare nei bambini è consigliato in dosi molto moderate.
I problemi a carico del fegato dei bambini derivano dall’abuso quotidiano, sistematico, di fruttosio aggiunto presente negli sciroppi e nei dolcificanti utilizzati principalmente dall’industria nelle bevande e in varie preparazioni alimentari.
Rischi legati all’abuso di fruttosio
L’abuso sistematico del fruttosio aggiunto ai cibi e alle bevande ha un effetto pericoloso sulla salute di bambini.
Uno studio dei ricercatori dell’area di Malattie epato-metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha rilevato, per la prima volta nella letteratura scientifica, i danni del fruttosio sulle cellule del fegato dei bambini.
I risultati dell’indagine sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Hepatology.
L’eccesso di fruttosio è come l’alcool per il fegato dei bambini
Lo studio è stato condotto tra il 2012 e il 2016 su 271 bambini e ragazzi sovrappeso o obesi affetti da fegato grasso.
In 1 bambino su 2 gli esami effettuati hanno rilevato livelli eccessivi di acido urico in circolo.
L’acido urico è uno dei prodotti finali della sintesi del fruttosio nel fegato. Quando è prodotto in grandi quantità diventa tossico per l’organismo e concorre allo sviluppo di diverse patologie.
Attraverso ulteriori indagini, incrociate con i dati emersi dal questionario alimentare somministrato ai pazienti, i ricercatori hanno dimostrato anche l’associazione tra gli alti livelli di acido urico e l’aggravarsi del danno al fegato, soprattutto tra i grandi consumatori di fruttosio.
In particolare è stato rilevato che la larga maggioranza dei bambini e ragazzi partecipanti allo studio assumeva una quantità media giornaliera di fruttosio superiore a 38 grammi.
Un livello ben al di sopra del limite massimo giornaliero di zuccheri aggiunti indicato dall’American Hearth Association.
L’associazione dei cardiologi americani in un recente articolo pubblicato su Circulation raccomanda, infatti, di evitare l’uso degli zuccheri aggiunti (glucosio, galattosio, fruttosio, saccarosio) nell’alimentazione dei bambini sotto i 2 anni e di non superare il limite di 25 grammi al giorno tra i 2 e i 18 anni.
L’esperto
Come spiega Valerio Nobili, responsabile di Malattie Epato-metaboliche del Bambino Gesù.
Diversi studi hanno provato che l’elevato consumo di zucchero è associato a numerose patologie sempre più frequenti in età pediatrica come l’obesità, il diabete di tipo II e le malattie cardiovascolari.
Ma poco si sapeva del suo effetto sul tessuto epatico, almeno fino ad oggi. Con la nostra ricerca abbiamo colmato la lacuna: abbiamo infatti dimostrato che un eccessivo consumo di fruttosio si associa ad alti livelli di acido urico e soprattutto a un avanzato danno epatico, tanto da favorire la precoce comparsa di fibrosi prima e cirrosi poi a carico del fegato. Ecco perché, alla luce di quanto certificato dal nostro studio, è fondamentale non abusare di cibi e bevande con un elevato contenuto di fruttosio, modificando le errate abitudini alimentari dei nostri ragazzi.
Stevia o fruttosio?
La prima regola resta quella, di buon senso.
Entrambi gli zuccheri, siano essi stevia o fruttosio vanno consumati con parsimonia.
È preferibile abituare i bambini a non zuccherare troppo il latte del mattino e a consumare bibite zuccherine solo in occasioni speciali.