Abbiamo parlato più volte nel nostro blog di Tagesmutter, ma non vi abbiamo mai spiegato in che modo il Comune di Milano le sostiene (o le ha sostenute fino al 2007/2008, per essere precisi): la tariffa oraria per ogni bambino ospitato da una Tagesmutter è di 6 euro (5,50 fino allo scorso anno scolastico), ma la famiglia ne versa solo 3 (l’anno scorso erano 2,5) alla cooperativa la Casa, che raccoglie 15 Tagesmutter in città; i rimanenti 3 euro li versa o li dovrebbe versare il Comune di Milano  in base a una convenzione stipulata di anno in anno, dal 2004. Tuttavia, a partire dall’ultimo quadrimestre del 2008 il contributo del Comune è venuto improvvisamente meno. Poiché la cooperativa non ha variato la tariffa per le famiglie, decisa in accordo col Comune, dallo scorso giugno le Tagesmutter sono costrette a lavorare senza stipendio, e senza alcuna garanzia per il loro futuro.

Cristiano Marcotto, coordinatore delle Tagesmutter di Milano, riferisce sul Corriere della Sera di ieri che il Comune deve alla cooperativa 130.000 euro per il periodo da gennaio a luglio 2009, mentre il contributo dell’ultimo quadrimestre del 2008 non viene neanche considerato, ed è dato per perso. In assenza di questo contributo, la cooperativa non è più in grado di versare gli stipendi e le Tagesmutter continuano a lavorare gratis, “per esclusivo senso di responsabilità nei confronti delle altre mamme-lavoratrici (nonché spesso vicine di casa) che affidano loro i figli.“, si legge sempre sul Corriere di ieri. Ma fino a quando potranno andare avanti?

Sono 70 i bambini tra 0 e 3 anni ospitati in casa dalle 15 Tagesmutter di Milano: pochi, sicuramente, rispetto a quelli che frequentano i nidi, comunali o privati, o che restano a casa con mamma, baby sitter o nonni. Ma si tratta comunque un numero consistente di bambini, che trovano in casa delle tages un nido sicuro, un luogo confortevole dove trascorrere la giornata mentre i loro genitori lavorano, uno spazio per molti versi simile alla loro casa, e quindi più famigliare rispetto a un asilo nido.

Il servizio è particolarmente indicato – secondo me – per i piccolissimi. Una mamma che deve riprendere a lavorare quando il bambino ha pochi mesi è molto più tranquilla se sa che chi se ne prende cura è una persona che conosce personalmente, di cui si fida, che in genere è mamma come lei. E le relazioni tra bambini in un contesto più ristretto rispetto al nido (i piccoli ospitati dalla Tagesmutter sono al massimo 5) sono più semplici, meno faticose, e più ricche. L’ho sperimentato lo scorso anno tramite mia figlia, e ne sono molto soddisfatta.

Nell’aprile del 2008 l’assessore Moioli ha dichiarato, descrivendo il servizio Tagesmutter: “Ciò che vogliamo è favorire la creazione di reti di sostegno per le famiglie, nell’ottica della sussidiarietà e del mutuo aiuto. Fornire servizi flessibili significa andare incontro alle necessità delle famiglie e di ogni bambino, delle sue abitudini”.

Un anno dopo il ministro Carfagna ha proposto un bando per finanziare progetti per la formazione di Tagesmutter, sostenendo che “Famiglia e figli non possono essere un ostacolo all’ ingresso delle donne nel lavoro e alla carriera. Servono più servizi, finora si è speso troppo poco per questo.

Perché dunque rischiare di compromettere l’esistenza delle Tagesmutter? E a che scopo formarne di nuove se a Milano quelle esisistenti sono costrette a lavorare gratis da mesi?

Meglio sarebbe garantire l’esistenza delle Tagesmutter consolidate, prima di finanziare nuovi corsi di formazione. Oppure evitare di riempirsi la bocca di tante belle parole, per poi sospendere, improvvisamente e senza spiegazioni, l’erogazione alla cooperativa di un contributo che era ormai consolidato da anni. A Milano 15 donne rischiano di rimanere senza lavoro, e altre 70, che riescono a lavorare anche grazie a loro, potrebbero trovarsi in difficoltà. Possibile che non si riesca a sbloccare e risolvere questa situazione?

A questo link trovate una petizione che potete firmare, se volete che il servizio offerto dalle Tagesmutter prosegua e cresca a Milano. Forse anche il nostro supporto può essere utile.

Immagine: www.lacasa-tagesmutter.it