Mi interessava l’argomento della famiglia allargata, e, cercando qualche spunto, mi sono imbattuta in un articolo su Donna, il supplemento di Repubblica, nel quale si recensiva il libro “One big happy family“, raccolta di 18 racconti curata da Rebecca Walker, figlia della scrittrice Pulitzer Alice Walker. Il concetto di big family per la Walker va decisamente al di là di quello che si intende oggi in Italia con famiglia allargata, che non è più un nucleo famigliare nel quale convivono tre generazioni (nonni, figli e nipoti), ma un nucleo famigliare composto da bambini o ragazzi e dai loro genitori separati, i quali hanno altri partner e con questi – che magari sono già stati sposati e hanno a loro volta dei figli – hanno nuovi figli. Suona abbastanza complicato, e in effetti una famiglia allargata di questo tipo non deve essere semplice da gestire.

Ma, come dicevo, le famiglie allargate che interessano alla Walker sono di ben altra fattura: per averne un’idea si può leggere il racconto di Jenny Block e della sua famiglia “poliamorosa“: lei e il marito hanno un matrimonio aperto, che lascia spazio agli amanti; nel libro si parla anche di famiglie gay come quella di Dan Savage o multirazziali come quella di Suzanne Kamata; Antonio Caya in Daddy donoring racconta invece di avere donato lo sperma a un’amica, solo per aiutarla a diventare mamma, senza avere il minimo desiderio di paternità.

Che cosa accomuna queste 18 famiglie che si raccontano nel testo, così diverse tra di loro? Si tratta in tutti i casi di famiglie felici, anche se nessuno può dire per quanti anni ancora durerà questa felicità.

Secondo la Walker, per essere felici in famiglia “L’amore non è abbastanza. Sono necessari onestà, flessibilità, apertura, empatia, responsabilità, impegno.” E, ancora, ” L’affidabilità.” Caratteristiche non sempre necessariamente presenti nelle famiglie tradizionali, che si possono talvolta ritrovare anche nelle famiglie da noi ancora considerate anomale: monogenitoriali, costituite da coppie di fatto, o da genitori gay.

Tolstoj diceva che “tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo”. Potremmo correggere leggermente il tiro, e dire che le famiglie felici si somigliano nell’impegno profuso dai loro membri nell’intento di rimanere felici, ma non nella loro architettura: che, abbiamo visto, può essere anche decisamente originale.

Secondo voi cosa rende una famiglia felice? Quale magica alchimia ci consente di essere appagati come figli, genitori, partner? A voi la parola.

Immagini:

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