Perché è così importante puntare sulle donne per iniziare il cambiamento? Non si potrebbe trovare un modo migliore per spiegarlo delle parole di Avanildo Duque Da Silva, ActionAid Brasile: «Perché quando una donna cerca il benessere, non lo fa solo per se stessa». Ecco a voi il Women’s Center of Cabo, nella sperduta Barbalho.

Se ci soffermiamo solo a vedere quello che non va, non potremmo andare avanti: vedere la faccia una donna che a 30 anni sembra averne 50, sentirla raccontare la sua vita di bambina lavoratrice, di sposa precoce, di 7 figli cresciuti senza avere a disposizione un bagno e l’acqua potabile è dura. E non serve a cambiare le cose dirsi che non è giusto.

Vedere che ora sorride, sorride da dentro, perché non le saranno rimasti molti denti, ma grazie al progetto donne di ActionAid in Brasile ha un obiettivo chiamato futuro, è impagabile. E ha un senso molto più grande, che travalica la sua piccola vita.

La storia è quella di Neta, un soprannome che nasconde un nome lungo e complicato come solo quelli brasiliani (Clemilda Maria da Silva) e la sua è una storia di riscatto, una parabola positiva che dà forza e speranza a tutte le donne brasiliane, che ancora oggi vivono una situazione di grande difficoltà nel loro paese.

Avviene nella sperduta Barbalho, in Brasile, che Avanildo Duque Da Silva, responsabile di ActionAid Brasile, descrive come una zona urbana con uno dei più alti tassi di disuguaglianza del Brasile, e una forte concentrazione di slum dove la fitta popolazione vive in pessime condizioni. 750 persone che vivevano in case improvvisate, senza bagno, senza muri, fatte di fango e assi di legno, con grandi pezze di tessuto a mo’ di parete e teli di plastica per tetto, senza scuole, nella difficoltà più grande di procurarsi qualunque cosa.

Lì ActionAid è arrivato come un fulmine a ciel sereno, a squartare quel muro di indifferenza e abbandono in cui versavano 80-100 famiglie. Il primo obiettivo è stato coinvolgere le donne fondando un’organizzazione, il Women’s Center of Cabo, e costruire il senso di comunità, del tutto assente, al contrario di quello che testimoniano due genitori che hanno adottato a distanza Mateus, dal Brasile. Avanildo spiega così com’è partito il progetto donne di ActionAid in Brasile:

 «Le donne del Women’s Center of Cabo hanno capito che la lotta contro la povertà non poteva essere solo materialistica. Bisognava unirsi per essere più forti».

Per prima cosa si è fatta una lista di persone particolarmente bisognose: si è partiti dalle loro case con un fondo a rotazione, poi si è passati agli altri. «La mia casa ora ha delle mura, un rubinetto, uno sciacquone, questa cosa mi ha cambiato la vita», dice Neta, che del Woman’s Center of Cabo è una leader, una delle più coinvolte e convinte che cambiare si può.

Poi le donne hanno seguito un corso in cui alcuni operatori di ActionAid hanno loro spiegato come trattare con le istituzioni pubbliche, con la comunità stessa di cui fanno parte e come portare avanti il loro progetto.

Neta oggi è più forte, è più consapevole, sa di avere dei diritti, ha un progetto da mandare avanti, vuole andare all’università e sta studiando. Si emoziona a pensare a come la sua vita sarebbe stata senza ActionAid e senza l’organizzazione delle donne che ha contribuito a fondare: «Sarebbe andata di male in peggio».

Ma che cosa c’entrano i bambini con tutto questo, vi chiederete? Vogliamo lasciarvi con le parole bellissime e intense di Avanildo:

«Il miglioramento delle case e la creazione di un’organizzazione sono parte di una battaglia più grande, la lotta per la trasformazione delle condizioni di vita delle donne. Perché quando le donne cercano il benessere, non lo fanno solo per se stesse. Vogliono migliorare anche la vita dei loro figli, dei loro vicini. Quando la vita di una donna migliora, tutta la famiglia ne trae beneficio».

L’amore di una mamma genera una forza incredibile, capace di cambiare il destino di un intero paese.

 

Video e immagine sono di ActionAid.

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