Undici, dodici, tredici anni. Prima, seconda, terza media. Il portone della scuola si apre e tutti fanno a gara a chi raggiunge l’uscita più in fretta. Ci sono mamme, amiche delle mamme, nonne, ma può anche non esserci nessuno, soprattutto se la scuola è raggiungibile a piedi o in autobus. I vostri ragazzi tornano da scuola da soli? Non dovrebbero farlo.

Tutto il polverone che si è alzato in questi giorni relativo al fatto che fino ai 14 anni gli scolari che escono da scuola devono essere consegnati a un adulto e che ha indignato tante mamme in rete parte da una sentenza della Cassazione. Una sentenza che ha condannato preside e insegnanti di una scuola di Firenze per non aver vigilato su un ragazzino che, uscito da scuola, era stato investito da un autobus ed era morto.

 Tornare a casa da scuola da soli? Cosa dice la legge

Per capire le affermazioni della ministra e per capire la vicenda  bisogna partire da qui, e da ciò che dice la legge “Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici […] e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni”.

I minori di 14 anni non vanno lasciati da soli. Chi ne ha la custodia ne è responsabile. Questo dice la legge. La Cassazione ha deciso che la scuola ha una parte di responsabilità anche quando i ragazzi escono dal perimetro dell’edificio.

Un problema di libertà e responsabilizzazione

Il problema è che in alcuni casi è assurdo che non si possa lasciare un po’ di libertà ai nostri figli. Libertà di conquistarsi delle autonomie, di muoversi nel mondo in maniera indipendente. Ecco perchè sapere che non potremmo lasciar tornare a casa da soli i nostri figli da scuola ci indigna.

Perchè non ci permette di farli crescere come indipendenti. Non è solo un problema logistico e di gestione degli incastri tra impegni, lavoro e famiglia, cosa non trascurabile, è un problema più forte. È un problema di educazione alla responsabilità.

Tornare a casa da soli da scuola, il mio pensiero di mamma

Cosa penso io, mamma di due adolescenti di tutta questa vicenda? Che fortunatamente sono fuori dal giro. I miei figli liceali tornano a casa con l’autobus e tra poco mi preoccuperò al saperli in giro con la macchina. Io stessa, che tornavo da scuola con mio papà, ma che da sola andavo a piedi dalla scuola al suo ufficio non lontano sono cresciuta autonoma e con la testa sulle spalle.

Quello che mi preoccupa in tutta questa vicenda è che non la si riduca solo a una questione logistica.

Non è giusto che ci si debba organizzare con nonni, turni e passaggi vari, non è giusto che un genitore se ne debba fare una ragione per un qualcosa che non solo mette i bastoni fra le ruote alla già difficile organizzazione familiare, ma che, cosa ben più preoccupante, toglie ai nostri ragazzi la possibilità di crescere.

Perchè non è solo un problema di tornare da soli da scuola, ma anche di tornare da soli da catechismo, da calcio, da pianoforte. Posso decidere di andare a prendere i miei figli a scuola perchè mi piace, o perchè, come è accaduto ai miei, il tragitto casa / scuola non si può fare a piedi o con l’autobus, ma posso, un po’ per volta, educarli a essere indipendenti.

Posso e devo educarli a capire come ci si muove in una città, a chi e a cosa prestare attenzione. Posso e devo lasciarli liberi di andare a mangiare un pezzo di pizza o un hamburger con i compagni, come è accaduto con i miei figli, permettendo loro di sentirsi grandi.

La reponsabilizzazione dei nostri ragazzi passa anche attraverso quelle piccole libertà che si concedono. Il punto, però, è che un adulto ci sia. Ci sia a preparare quella libertà, a educare. Non abbiamo bisogno di adulti guardiani, ma di adulti disposti a far crescere i ragazzi. I primi a doverlo essere siamo noi genitori.