Comincia la scuola, si torna al lavoro: mamme e bimbi si preparano ad un'importante “separazione“. Il tema dell'autonomia nello sviluppo del bambino torna alla ribalta in questo periodo dell'anno.

Non è facile separarsi, soprattutto quando i bambini sono molto piccoli e le mamme devono tornare a lavoro. Soprattutto se alle prime esperienze, molte mamme si pongono tanti dubbi riguardo al fatto che stiano facendo le giuste scelte. Ma cosa significa “diventare autonomi”?

L'autonomia è un tema che accompagna tutto lo sviluppo: di certo non si ferma ad una sola fase della crescita. Da quando viene al mondo, ogni bambino procede in una progressiva separazione dalla famiglia, da quale ventre materno che lo ha accolto ed accudito, fino allo svincolo dal nucleo familiare così importante nei primi anni della sua vita.

A ben guardare, tutta la vita è un percorso verso l'autonomia.
Ci sono però tappe, come il primo inserimento scolastico, che la segnano in modo più marcato, e che per una mamma significano di più.

L'autonomia è quella “formula magica” che, soprattutto nella primissima infanzia, si crea tra madre e bambino, e che è unica per ogni diade. Per quanto possa avere dei tratti in comune, ogni coppia mamma-bimbo la declina in caratteristiche proprie.

Spesso le mamme si chiedono: “mio figlio sarà pronto?”
In realtà la domanda ne nasconde una parte: sarò pronta io, mamma?
Accade infatti che per ogni tappa importante, se una mamma non è pronta, nemmeno il figlio lo sarà. E viceversa.

L'autonomia è un grande dono che possiamo fare ai nostri figli: essendo uno slancio naturale ed evolutivo di ogni persona, nostro compito è quello di accompagnarli in questa strada affascinante ma non semplice.

Si dà il fatto che, tuttavia, è anche uno dei compiti più difficili per una famiglia. A volte sembra che riguardi più noi genitori che loro, che spontaneamente sono portati a crescere, sperimentare, avventurarsi per le strade della vita.

Il nostro modo di essere, di essere stati accuditi, gioca sicuramente un ruolo importante nella nostra capacità di trattenerli o lasciarli andare, ed in questo delicato equilibrio si delinea un compito arduo per ogni genitore.
Sapere dosare l'appartenenza e l'autonomia è qualcosa che ci fa crescere come persone.

Molti studiosi hanno detto che la genitorialità è una delle tappe dello sviluppo di ogni individuo, qualcosa che si integra nella nostra personalità e ci completa. Bene, la genitorialità si dispiega tra queste due funzioni importanti e complementari, quella di donare appartenenza, radici, e di rendere autonomi, capaci di andare lontano per la propria strada.

Parlo di questo, all'inizio dell'anno scolastico, proprio perché so che è un pensiero che più o meno consapevolmente torna nella mente delle mamme. Una riflessione che tocca trasversalmente diverse persone e diverse età, ma che ha in qualche modo un denominatore comune.
Una cosa è certa: gli errori si fanno, sempre. Non è facile, a nessuna età, dosare il nostro desiderio di “stringerli a noi” e di incoraggiarli a spiccare il volo.
Ma qualche errore non ha mai rovinato nessuno: la genitorialità è frutto di tentativi, di prove ed errori. Quello di cui ha bisogno un bambino è (parafrasando Winnicott) “un ambiente sufficientemente buono“.

E le mamme? Come si sentiranno in questo percorso?
A volte non riusciremo a concepire che nostro figlio si debba separare da noi, altre volte ci sentiremo asfissiate… Tra questi due poli ciascuna di noi troverà il suo equilibrio.
Nostro, solo nostro: tendente al meglio che si può.
La cosa importante è avere la capacità di mettersi in discussione, formarsi ed informarsi, avere spirito critico e flessibilità.
E guardare la realtà con tutti i sensi aperti: occhi, naso, bocca, pelle e cuore.

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