Poi uno dice la sincronicità. Ero con la mia amica Nadia e ci lamentavamo delle difficoltà che le nostre figlie adolescenti trovano a scuola, di certe rigidità nella didattica, del disamore verso lo studio. Ci raccontavamo degli abbandoni scolastici di cui avevamo avuto notizia, e di una programmazione che privilegia l’omologazione all’individualità. E in quel momento mi è arrivata questa mail.

“Voglio parlarti di Artademia” mi aveva scritto una collega “la prima non-scuola al mondo: un’alternativa alla scuola superiore il cui obiettivo è insegnare a gestire al meglio la realtà di ragazzi e adolescenti speciali attraverso la passione, la cultura, la curiosità e la relazione”

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Intervista alla pedagogista e socioterapeuta Silvia Pagani

Ho voluto approfondire.
Ho così scoperto che Artademia è nata lo scorso novembre, a Milano, grazie alla volontà della pedagogista e socioteraputa Silvia Pagani, e si rivolge ai ragazzi dai 13 ai 26 anni che sono in rotta con la scuola. A rispondere alle mie domande, la stessa Silvia Pagani in carne, ossa ed entusiasmo.

Silvia, cosa intende dire con  ‘in rotta con la scuola’?

Parliamo di ragazzi che rischiano di abbandonare la scuola (in Italia uno su tre lascia la formazione superiore) che non hanno più stimoli, che faticano a capire quali siano le loro doti personali e le passioni. Bambini prima e ragazzi poi che diventano gli introversi, oppositivi, dipendenti, ADHD, DSA, BES, oppure che hanno voti anche alti, ma sono spenti e angosciati da richieste che non gli corrispondono… insomma tutti quei ragazzi ipersensibili, senza pelle, che si trovano in un sistema scolastico che non fa per loro. ARTADEMIA li accompagna nella scoperta e alimentazione delle loro doti grazie ad un metodo nuovo, dando strumenti pratici, competenze e l’occasione di conoscere da vicino le professioni più diverse e la vita

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Qual è il percorso formativo che proponete?

L’obiettivo di Artademia è il benessere del ragazzo: riteniamo che solo dopo essere diventati capaci nelle relazioni e consapevoli di se stessi sia possibile aprire le porte alla cultura. Il pensiero alla base del percorso formativo di Artademia si fonda su quattro pilastri fondamentali

  • 1. la relazione.Solo con una profonda e autentica relazione è possibile trasmettere ai ragazzi gli strumenti adeguati per passar loro le teorie;
  • 2. le esperienze di vita. Per allenare l’autonomia e la conoscenza di realtà diverse è fondamentale sperimentare, conoscere attraverso i sensi e non solo attraverso la teoria e l’astrazione. In questo modo le esperienze diventano la base per gli approfondimenti successivi;
  • 3. la pratica. Lavorare con un contadino, un ingegnere, un osteopata o un cuoco, sperimentare in maniera empirica è il modo migliore per capire quale potrebbe essere la propria strada;
  • 4. le arti e le attività sportive. Un buon rapporto con il proprio corpo migliora l’apprendimento, l’autostima e la sicurezza, mentre fare arte, in tutte le sue forme, mette le fondamenta per una vita psichica sana.

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Immagino che nemmeno le lezioni siano quelle tradizionali

Infatti! Abbiamo un programma distribuito su cinque giorni a settimana, dalle 09.00 alle 13.30, e non ci sono aule né lezioni frontali ma una vera e propria casa dove incontrarsi per cucinare o guardare un film, ma soprattutto da dove partire verso città, boschi, strade, musei, teatri. Passare tempo all’aria aperta e a contatto con la natura, oltre ad aumentare le difese immunitarie e migliorare l’umore, abbassa la produzione di Cortisolo, ormone dello stress, aiutando a superare ansia, attacchi di panico, disturbi del comportamento e i sintomi definiti ADHD e DSA.
Per lo stesso motivo non ci sono verifiche, spesso causa di angoscia e stress, ma riflessioni e critiche costruttive, limiti e regole che vengono costruiti all’interno di una relazione e basati sulla fiducia reciproca.

Chi sono i docenti e come vengono reclutati?

Artademia è una non-scuola, dunque non esistono professori ma solo adulti e professionisti che amano mettersi in gioco e condividere le proprie passioni. La maggior parte di loro sono persone che conosco da tempo e di cui ho potuto apprezzare le caratteristiche personali e la capacità di appassionare quando raccontano ciò di cui si
occupano. Alcuni sono invece nuove conoscenze. Tutti mi hanno colpito perché sanno bene cosa significhi essere ipersensibili, e nonostante la ‘pelle sottile’ sono tutte persone che hanno ottenuto quello che desideravano dalla vita. Persone che hanno imparato a strutturarsi e rinforzarsi in un mondo e in un ambiente che non era preparato in maniera adeguata ad accoglierli. È per questo che sono un modello per gli studenti di Artademia, un esempio diretto per dire loro che l’ipersensibilità è una dote e che va coltivata e nutrita perché si tratta di una grande marcia in più

 

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Alla fine del percorso viene rilasciato un diploma?

No, perché Il programma formativo di Artademia non ha come obiettivo l’ottenimento di un diploma, ma punta ad un recupero dell’entusiasmo e della passione, delle strategie relazionali e alla scoperta delle proprie doti. Dopo il percorso nella non-scuola è possibile sostenere l’esame di maturità da privatista, accedere ad una formazione di alto livello, come quella della scuola 42 di Parigi, accedere ad una delle 900 università esistenti al mondo che non richiedono la maturità (una fra tutte l’Università di Harvard) oppure accedere ai corsi di formazione specialistica che non richiedono il diploma classico, come ad esempio: i corsi IFTS, corsi di formazione specialistica organizzati da enti ed università rivolti a diplomati o a chi abbia una formazione specifica; corsi per istruttore sportivo; istruttore di fitness per disabili; teatro terapia, danza terapia, musicoterapia.

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Qual è stata la risposta sino a ora?

Incredibile! Non solo sono state tantissime le famiglie interessate per i propri figli, ma abbiamo ricevuto anche un sacco di mail e di visite solo per esprimerci il loro entusiasmo per un progetto così innovativo. Sapevo che avremmo fatto centro, ma una risposta così significativa la dice lunga sul bisogno che c’è! Per esempio sono tantissime le famiglie che ci chiedono di accogliere anche bimbi delle elementari… e persino se lo proponiamo anche agli over trenta… abbiamo proprio bisogno di passione.

Pensate di estendere l’esperienza anche altrove?

Abbiamo avuto una quantità incredibile di richieste da tutta Italia ed un paio dall’estero. Sicuramente non ci fermeremo qui, ma per il momento vogliamo concentrarci su Milano… una cosa alla volta!