Gli asili nido sono pochi. A prescindere dal fatto che siano pubblici o privati.

A rivelarlo non solo l’esperienza comune dei genitori ma anche i dati Istat (2015).

Gli asili nido nel nostro Paese sono in grado di accogliere appena 175 mila bambini su una popolazione potenziale di un milione e mezzo di individui.

La mappa degli asili nido

Il Sole 24 Ore tramite Infodata ha elaborato i dati raccolti dal rapporto Istat confrontandoli con i residenti al 1 gennaio 2016 di età compresa tra 0 e 2 anni.

Il risultato è visualizzato su questa mappa:

Asili Nido
Rapporto tra utenti degli asili nido nel 2015 e residenti tra 0 e 2 anni al 01/01/2016
Fonte: elaborazione Sole 24 Ore su dati Istat

I territori colorati in azzurro sono quelli nei quali il rapporto tra iscritti agli asili nido e residenti supera la media nazionale dell’11,78%.

Quelli a tinte arancioni, invece, presentano un dato inferiore.

Le regioni più virtuose

A parte alcune eccezioni virtuose come Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, che hanno registrato i tassi di copertura più alti, in alcuni casi anche superiori all’obiettivo europeo del 33 per cento, tutta l’Italia del centro-nord ha percentuali di copertura appena superiori al 20 per cento. Il dato si abbassa drasticamente per il mezzogiorno dove solo circa 12 bambini su 100 riusciranno ad accedere agli asili nido o ai sevizi alternativi.

La situazione più critica in Campania dove nemmeno 1 bambino su cento ha la possibilità di accesso (6,8 per cento).

Asili nido

Benefici asili nido

Gli asili nido costituiscono una tappa fondamentale per lo sviluppo del bambino.

Come dimostrano gli studi e l’esperienza i bambini che frequentano nidi di qualità hanno maggiori possibilità di affermarsi nella vita sia dal punto di vista degli apprendimenti culturali e quindi scolastici, sia dal punto di vista del successo individuale.

Non vogliamo declassare i nonni e tutte le varie soluzioni domestiche che è possibile adottare ma il nido (di qualità) rappresenta un’ottima scelta educativa a cui i genitori dovrebbero poter ricorrere senza troppe difficoltà come invece accade nel nostro Paese.

Anche perché in mancanza di servizi adeguati sono quasi sempre le donne a dover rinunciare al loro lavoro per stare a casa. E questo dovrebbe essere una scelta serena e non un obbligo.