Probabilmente ci sono una miriade di motivi per cui le persone mangiano le unghie. Indipendentemente dalla eziologia, mangiarsi le unghie è generalmente considerato come un’abitudine comune che dovrebbe essere interrotta. Ma qui sta il problema: le abitudini che portano conforto momentaneo sono difficili da abbandonare.

Se tra i lettori ci sono “mangiatori di unghie” che si sono sottoposti a qualche tentativo per smettere di farlo, probabilmente hanno sopportato diverse tecniche: le più comuni sono l’applicazione di smalti amari al gusto.

Anche se può sembrare terribile, sono stati utilizzati anche prodotti farmaceutici come la clomipramina e desipramina (antidepressivi) per il trattamento di gravi onicofagie, anche se l’utilizzo di farmaci non ha dimostrato di essere efficace nella maggior parte dei casi.

Altre tecniche che sono state progettate per ridurre il mangiarsi le unghie si sono concentrate sull’aumento della consapevolezza del comportamento. Promemoria non rimovibili, come ad esempio braccialetti che fanno da spunto costante, sono stati utilizzati per controllare la cattiva abitudine.

I ricercatori hanno scoperto che l’automonitoraggio (come ad esempio una misurazione settimanale delle unghie era efficace per aumentare la consapevolezza ed il controllo del comportamento: l’impatto psicologico di avere un’altra persona che regolarmente te ne misura la lunghezza agisce nel raggiungere il risultato.

Una relazione con un’altra persona che è attenta e premurosa, anche quando semplicemente ti sta misurando la lunghezza delle unghie e i tuoi progressi, può aumentare la consapevolezza e migliorare il comportamento. Se questa persona è qualcuno che ti ama, la sua preoccupazione può anche essere confortante. E questa potrebbe l’essenza della questione.

La dottoressa M. Lamia ha proposto una procedura per i casi di bambini che mangiano le unghie: ogni sera per un minimo di 30 giorni, qualcuno guarderà le unghie del bambino per determinare se la giornata è stata “buona” per loro, e nel fare questo personifica ciascuna delle sue piccole dita come un “amico“.

Quando viene esaminata ogni unghia, è necessario parlare alle unghie utilizzando eventualmente dichiarazioni come, “Oh, mi dispiace che tu oggi sia stato masticato,” o “Sono così felice che qualcuno è stato gentile con te oggi!” e bisogna dare a ciascuno di loro un bacio.

Questi sono “i 10 amici” e il rapporto con loro sembrerà essere apparentemente separato da quello che avete con il vostro bambino.

L’ipotesi è che il rapporto con “i dieci amici” sarà ricordato quando il bambino è tentato di mordere le unghie, come fosse il rapporto che lui stesso ha con le proprie dita che sono state ora personificate. Inoltre, e soprattutto, il comfort che fornite al bambino con la vostra presenza contribuirà ad alleviare l’ansia o lo stress che può portarlo a mordere le unghie.

La dottoressa suggerisce che la cosa dovrebbe funzionare anche se siete un adulto che ha l’abitudine di mangiarsi le unghie: se non si ha la possibilità di coinvolgere un partner che possa aiutarvi a stabilire un nuovo rapporto con i vostri “dieci amici”, per lo meno dovreste parlare con loro ogni sera da soli. E dare a ciascuno di loro un bacio della buonanotte!

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta