Un articolo pubblicato su Repubblica il 26 marzo mette in evidenza quanto poco – a distanza di quasi quaranta anni dall’uscita del libro di Elena Gianini Belotti “Dalla parte delle bambine” – è cambiata l’educazione delle femmine fin dai primi anni di vita. Come allora, anche oggi se guardiamo i giochi e gli abiti che le bambine prediligono, troviamo bambole, trucchi, smalti, vestiti seducenti. Loredana Lipperini nel 2007 ha pubblicato un libro continuamente ristampato, “Ancora dalla parte delle bambine”, con il quale ha attualizzato ciò che la Belotti denunciava nel 1973.

Oggi il 73% delle bambine tra 6 e 10 anni gioca con le bambole, e le preferite sono Winx, Barbie e Bratz, bambole spesso eteree, che tuttavia indossano stivali fetish e abiti inguinali.

Per quanto riguarda le attività domestiche svolte da maschi e femmine fino a 16 anni di età, una percentuale superiore di femmine rispetto ai maschi bada ai fratelli più piccoli, si rifà il letto, riordina le sue cose, aiuta a cucinare, apparecchia e sparecchia; le attività domestiche invece svolte in percentuale maggiore dai maschi sono solo il fare la spesa e buttare la spazzatura.

Ancora molta è quindi la strada da fare se vogliamo arrivare a una sorta di parità dei ruoli maschili e femminili all’interno e all’esterno della famiglia? E’ proprio vero che il rosa puzza, come sostiene l’associazione britannica Pink stinks?

Carmen Leccardi, che dirige il “Centro per lo studio dei problemi di genere” dell’Università Bicocca sottolinea che – nonostante tutto – le bambine sono in cima alle classifiche di rendimento scolastico. E Maria Rita Parsi, psicologa e attenta conoscitrice del mondo dei più piccoli, sostiene che “Il tentativo di rimettere le donne nei ruoli tradizionali è costante e non tramonta, ha riguardato le madri e oggi mira alle figlie, ma queste ragazzine sono più colte, più sicure, e con molti esempi positivi davanti agli occhi: possono anche vestirsi di rosa, ma non rinunceranno per questo alla realizzazione di se stesse.”

Voi cosa ne pensate? Possiamo sperare che le nostre figlie che prendano a modello figure diverse dalle veline e dalle escort attuali, e che maschi e femmine in ugual misura possano trovare realizzazione sia nell’attività lavorativa che all’interno della famiglia?

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