Uno studio ha mostrato come quello che in inglese viene definito child neglect (abbandono fisico, emotivo, affettivo) incida pesantemente sullo sviluppo del cervello del bambino, al punto da essere paragonato all’abuso fisico, alla violenza.
Il neurologo Gabriel Corfas della Harvard Medical School, co-autore del nuovo studio pubblicato lo scorso 13 settembre su Science, ha condotto un esperimento isolando topi di 21 giorni di vita per 2 settimane, e poi reinserendoli insieme agli altri. Successivamente ha confrontato lo sviluppo del cervello dei topi che erano stati isolati con quello degli altri, notando anomalie nei tessuti che trasmettono messaggi elettrici nel cervello dei primi. I topi che erano stati isolati avevano uno strato di mielina insolitamente sottile, soprattutto nella corteccia prefrontale; avevano inoltre comportamenti anti-sociali e gravi deficit di memoria.
Simili comportamenti e atteggiamenti sono stati notati nei bambini cresciuti in orfanatrofi, o comunque vittime di grave negligenza da parte dei genitori. Anche loro manifestano delle differenze in alcune aree del cervello, in particolare nella corteccia prefontale.
Un team guidato dai pediatri della Harvard Medical School Charles Nelson and Margaret Sheridan ha seguito per 12 anni alcuni bambini cresciuti fin dalla nascita in un orfanatrofio di Bucarest. Sono stati osservati problemi nello sviluppo, deficit cognitivi, malattie mentali e una significativa riduzione della dimensione del cervello. Questi problemi perduravano anche dopo che i bambini erano stati adottati, dimostrando l’importanza delle attenzioni ricevute nei primi anni di vita per un armonico e corretto sviluppo del cervello.
Nathan Fox, neuroscienziato cognitivo della Maryland University, coinvolto nello studio condotto da Nelson e Sheridan, ha sottolineato quindi quanto è importante per i bambini crescere in un ambiente ricco di relazioni sociali, fondamentali per un corretto sviluppo cognitivo, sociale e psicologico.
Livia
Fonti: www.wired.com
www.gnreaders.wordpress.com