Nel primo trimestre di vita la difficoltà di addormentarsi o i risvegli improvvisi nella prima parte della serata sono spesso causati dalle cosiddette “coliche gassose”, chiamate appunto anche “coliche dei primi tre mesi”. Le coliche interessano circa un quinto dei bambini e si manifestano con irritabilità, piegamento delle ginocchia verso la pancia e pianto disperato, che non cessa nemmeno quando il bambino viene preso in braccio.

Quasi sempre cominciano nel tardo pomeriggio o alla sera e possono prolungarsi per tre ore, dopo le quali, finalmente, in genere il piccolo si addormenta placidamente. Fino a non molto tempo fa vi era la quasi certezza che queste crisi, durante le quali si verifica una distensione dello stomaco e dell’intestino che provoca un forte fastidio nella zona dell’addome, fossero determinate da un accumulo di gas. Sulla base di questa teoria si ipotizzava che il responsabile potesse essere il latte somministrato o l’abitudine del bambino di succhiare troppo in fretta o troppo voracemente.

Poiché nessuno studio è mai riuscito a dimostrare che la colica abbia origine da una qualsiasi alterazione dello stomaco o dell’intestino, né che sia dovuta all’accumulo di gas, si sono cercate altre ipotesi. Oggi qualcuno pensa che il neonato pianga a lungo e in modo inconsolabile non già perché il dolore che prova sia davvero insopportabile, quanto, piuttosto, perché il  suo sistema nervoso ancora immaturo lo induce ad avvertire un piccolo fastidio in modo amplificato. In altre parole, è sì possibile che nel pancino ci sia dell’aria, ma il neonato sente come insostenibile il lieve fastidio che essa in realtà può produrre.

Spesso nei bambini che hanno le coliche il sonno diurno è irregolare e breve e tende a scomparire intorno alle sei settimane di vita, quando le crisi possono toccare il picco più alto. Si è osservato che il 90% dei bambini che a nove mesi si sveglia spesso di notte ha sofferto di coliche. A questo proposito, gli specialisti ritengono che la relazione tra coliche dei tre mesi e disturbi successivi del sonno sia dovuto semplicemente a una cattiva educazione al riposo in quanto i genitori che, giorno dopo giorni, per circa tre mesi, hanno affrontato le crisi di pianto inconsolabile hanno difficoltà a comprendere quando il pianto cessa di essere in relazione con le coliche. Continuando così a comportarsi come quando dovevano fronteggiare la colica, impedendo al bambino di abituarsi a riprendere sonno senza essere coccolato.

Ma come riuscire a tranquillizzare un bambino che soffre di coliche?

Partendo dal presupposto che le crisi di pianto irritabile non devono in nessun caso essere ignorate, durante una colica il bambino va coccolato e accudito, con l’obiettivo di dargli il massimo sollievo possibile. Le strategie per calmarlo sono diverse ed è bene provarle tutte perché alcune funzionano su certi bambini e falliscono su altri e viceversa. Solo la mamma (o il papà) può scoprire quale accorgimento tranquillizza maggiormente il bambino.

Dunque vediamo insieme cosa si può fare:
prenderlo in braccio, cullarlo, coccolarlo;
dargli il ciuccio o eventualmente attaccarlo per qualche minuto al seno anche se ha mangiato da poco, perché a volte, un po’ di latte e il contatto più stretto con il corpo della mamma lo possono calmare un po’;
– in alternativa al seno, è possibile offrire al bambino un biberon contenente un infuso di finocchio;
– metterlo a pancia in su sul lettone e massaggiargli lievemente il pancino con un movimento circolare;
– metterlo nel marsupio e portarlo a passeggio (all’aperto se il tempo lo permette oppure dentro casa)
– tenerlo in braccio a pancia in giù a molti bambini serve per tranquillizzarsi. Serve inoltre appoggiarlo a pancia in giù su un asciugamano tiepido e poi massaggiargli dolcemente la schiena.
– può funzionare qualche goccia di tè molto diluito, da somministrare con il biberon;
– un bagnetto in acqua ragionevolmente calda.

Il pianto della colica è sempre forte, arrabbiato, poderoso. Se il bambino dovesse emettere un pianto flebile, lamentoso o intervallato da lunghe pause dovute a una sorta di sfinimento potrebbe essere dovuto al altro e quindi sarebbe bene contattare il medico anche quando le crisi si protraggono ogni giorno per più di un’ora di seguito, senza che nessuno degli accorgimenti adottati per dare sollievo al piccolo si riveli d’aiuto. Per quanto riguarda i farmaci, si usano in genere sedativi molto blandi che, comunque, hanno scarsa efficacia ma sempre sotto controllo pediatrico e non vanno mai impiegati farmaci di propria iniziativa.

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