È corretto fare i compiti con i bambini? I figli vanno seguiti nei loro compiti pomeridiani? Vi siete mai fatte questa domanda? Avete mai pensato a quali regole darvi nell’assistere la prole nei suoi doveri scolastici? Oggi vorrei raccontarvi cosa ne penso, senza alcuna polemica.

Lo sapete, sono mamma di due ragazzi adolescenti. Una è al primo anno di università e l’altro si sta dirigendo a grandi passi verso la fine delle superiori. Sorvoliamo sul fatto che mi sembra ieri che erano alle prese con tabelline e verbi da imparare e che invece di anni ne sono passati tanti … Da mamma con una certa esperienza e da donna che fin dai lontani tempi universitari per un motivo o per l’altro si è sempre occupata di studenti e di scuola, mi sento di dire la mia riguardo al fare i compiti coi bambini. Anche perchè mi è capitato di vedere mamme passare interi pomeriggi e sere a colorare, risolvere problemi, preparare ricerche e, sinceramente non credo che abbiano fatto il bene dei loro figli.

Perchè penso che non sia corretto fare i compiti con i bambini?

No, non penso che sia corretto e utile fare i compiti con i bambini. Anzi, penso che alla lunga sia dannoso. Il perchè è molto semplice: un bambino che è abituato ad avere sempre di fianco qualcuno che gli dica cosa deve fare, come lo deve fare, fa fatica a diventare autonomo. E se quel qualcuno (mamma, papà, nonno, nonna, tata, insegnante pomeridiana) non solo gli sta di fianco a controllare tutto ciò che fa, ma si coinvolge in prima persona per dare una mano (anche se non richiesta) a svolgere un determinato compito, credo che non aiuti il bambino a fare fatica e a cavarsela da solo.

Posso essere sincera fino in fondo? A volte (e lo dico anche per me) ho come l’impressione che noi mamme subiamo una sorta di ansia da prestazione che ci porta a controllare i nostri figli, a dare loro una mano, addirittura a sostituirci a loro in alcuni casi solo per poter mantenere una certo livello di performance.

Il bimbo non ha terminato di fare la ricerca? La finisco io, sennò cosa penserà di lui (e di me) la maestra? Il mio teenager si rifiuta di disegnare le tavole di tecnica? Le faccio io perchè mi è sempre piaciuto, e poi vuoi mettere che figura se la prof lo scoprisse senza il lavoro fatto? Interrogo fino a tardi la sera la figlia perchè voglio che prenda un bel voto anche e soprattutto per la mia soddisfazione.

E poi?

Quando non saremo più in grado di seguire, controllare, aiutare i nostri figli cosa accadrà? Perchè arriverà un momento in cui non sarà più possibile sostituirci a loro. Come faranno ad affrontare una fatica? Come reagiranno davanti a un fallimento? Che fine farà la loro (e la nostra) autostima?

Ecco perchè sono contraria al fare i compiti con i bambini. Perchè i nostri figli fin da piccoli devono riuscire a cavarsela da soli. Devono saper affrontare le proprie responsabilità, senza sapere che tanto c’è sempre la rete di salvataggio che risponde al nome di mamma (o nonna, o papà, o tata).

Le maestre dei miei figli ce lo hanno ripetuto sempre, più e più volte: meglio che i bambini arrivino a scuola con un esercizio sbagliato che giusto perchè fatto dalla mamma perchè solo attraverso l’analisi dell’errore e di ciò che non si è capito ci si può correggere e si può andare avanti. Io ho sempre accettato di buon grado le preziose indicazioni delle maestre e dei professori dei miei figli.

Gli insegnanti che hanno avuto i miei figli hanno tutti portato avanti una stessa linea: i bambini, i ragazzi vanno seguiti, ma a distanza. Non bisogna disinteressarsi di ciò che si fa a scuola e dei compiti assegnati per casa, è bene controllare che tutto ciò che viene richiesto sia eseguito, che anche a casa i bambini lavorino con serietà. Ma bisogna lasciare che lavorino in autonomia. Sì al controllo, no all’assistenzialismo.

Come seguire i bambini nei loro compiti a casa?

Lasciandoli liberi di eseguire tutto ciò che viene chiesto loro facendo sentire la nostra presenza. Un esempio? Non mi sono mai seduta vicino a loro per tutto il pomeriggio. Tornavano a casa da scuola e quando era giunto il momento dei compiti, si mettevano seduti al tavolo della cucina a fare ciò che veniva richiesto. Io continuavo le mie attività. Sapevano che ero disponibile per qualsiasi dubbio o chiarimento, per interrogarli. Io c’ero, ma non per fare le cose al posto loro. A compiti terminati, dovevano mostrarmi il diario e quello che avevano fatto.

È sempre andata bene così. Si sono abituati a fare da soli e a organizzarsi da soli. Certo, avevano le capacità per farlo. Capacità che, soprattutto alle elementari, hanno quasi tutti i bambini. Sapevo che potevo chiedere loro di essere autonomi e seri nei confronti della scuola.

Crescendo le cose cambiano. La voglia di studiare diminuisce in maniera proporzionale alla mole di lavoro che viene richiesta. Ma anche in questo caso seguire i miei figli ha significato controllare che studiassero e lavorassero e tenere conto delle indicazioni dei professori (sono preziosissimi i colloqui e gli scambi di mail con gli insegnanti).

A volte potrebbe essere più facile sostituirsi ai nostri figli anche nella fatica dei compiti, per evitare capricci, arrabbiature, mal di fegato e, ammettiamolo, brutte figure. Ma non dimentichiamo che la scuola serve a crescere. E che tutti noi abbiamo la responsabilità di farli diventare UOMINI  in grado di affrontare (e si spera di cambiare) il mondo.