La fecondazione assistita è una tecnica che può supportare alcune coppie nel diventare genitori.

Fa parte infatti di quegli interventi e procedure di tipo medico che hanno lo scopo di consentire alle coppie con problemi di fertilità di concepire un bambino.

Chi ricorre alla fecondazione assistita

Negli ultimi anni il numero di coppie italiane che ricorrono alla fecondazione artificiale è aumentato notevolmente.

Questo è dovuto a molteplici cause:

  • maggiore frequenza dei problemi di fertilità maschili e femminili
  • aumento dell’età media delle donne che vanno incontro alla prima gravidanza (sempre più vicina ai quarant’anni).

L’obiettivo della fecondazione assistita o artificiale è quello di facilitare l’incontro dell’ovulo con lo spermatozoo e quindi la fecondazione.

Fecondazione e procreazione assistita: quali differenze?

La fecondazione assistita non va confusa con la procreazione medicalmente assistita.

È infatti importante sottolineare che c’è una grossa differenza fra questi due termini.

Quando  si parla di procreazione medicalmente assistita ci si riferisce a tutte le metodiche (chirurgiche, ormonali, farmacologiche eccetera) che favoriscono il concepimento di un bambino.

Fra queste troviamo anche (e non solo) la fecondazione assistita.

In particolare, come spiegato anche sul sito della Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS) , le tecniche di procreazione assistita vengono classificate in:

  1. tecniche di primo livello, rappresentate dall’inseminazione artificiale;
  2. tecniche di secondo e terzo livello, nelle quali gli ovuli vengono prelevati dall’apparato riproduttivo della donna e fecondati in vitro.

Tra le tecniche di secondo livello troviamo:

  • fecondazione in vitro;
  • FIVET (fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione);
  • ICSI (iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi), che consiste nell’inserimento dello spermatozoo all’interno della cellula uovo.

Nelle tecniche di terzo livello, il prelievo di ovuli viene effettuato in anestesia totale e prevede un intervento chirurgico in laparoscopia.

Inseminazione artificiale

L’inseminazione artificiale o inseminazione intrauterina rappresenta la tecnica principale di fecondazione assistita e consiste nell’inserimento dello sperma all’interno dell’apparato genitale femminile.

Nell’inseminazione artificiale, il seme maschile (spermatozoo), già trattato in laboratorio, viene inserito all’interno dell’utero della donna allo scopo di favorire l’incontro con l’ovulo.

Prima di avviare questa procedura è fondamentale aver effettuato un attento monitoraggio del ciclo femminile e quindi della maturazione del follicolo.

Se ciò non è possibile, oppure se la donna presenta problemi di ovulazione, si può ricorrere alla stimolazione di questo processo (che permette alla cellula uovo di maturare) attraverso l’assunzione di farmaci come il clomifene o altre molecole ormonali, che vengono somministrati per un arco di tempo di 15 giorni (durata di una normale ovulazione).

L’inseminazione può essere di tipo “omologo”, quando le cellule (ovulo o spermatozoo) appartengono a entrambi gli individui della coppia, o “eterologo”, se una delle due cellule appartiene a una persona esterna alla coppia, che viene chiamata “donatore”.

Si può ricorrere sia alla donazione dell’ovulo (ovodonazione), sia dello sperma.

Fecondazione in vitro

La fecondazione in vitro include tutte quelle tecniche che consentono di unire in laboratorio l’ovulo con lo spermatozoo, allo scopo di ottenere embrioni già fecondati da trasferire nell’utero.

In questa categoria rientrano la FIVET e la ICSI.

FIVET

Si tratta di una tecnica di fecondazione in vitro nella quale l’embrione “concepito” in provetta viene trasferito nell’utero per essere impiantato (embryo transfer).

Possono effettuarla le:

  • donne che hanno già effettuato diverse inseminazioni senza risultati;
  • malattie dell’apparato riproduttivo femminile (endometriosi severa, malattie delle tube);
  • problemi riguardanti la produzione e il normale funzionamento degli spermatozoi nell’uomo.

Nella FIVET  il primo passo consiste nella somministrazione di farmaci attraverso iniezioni giornaliere che provocano la crescita di più ovuli (ovulazione multipla). Durante questo processo, che dura circa 14 giorni – come una normale ovulazione –, vengono realizzate varie ecografie (circa tre-quattro) e analisi del sangue, per verificare l’evoluzione della stimolazione.

Quando i follicoli raggiungono le dimensioni adeguate, si somministra un ormone (hCG) per indurre la maturazione degli ovuli, e 36 ore dopo si realizza il prelievo (detto pick-up), che si fa generalmente in day hospital. Questi ovuli vengono fecondati in provetta per formare degli embrioni: uno di questi viene trasferito nell’utero, mentre gli altri vengono conservati in ghiaccio (crioconservazione).

ICSI: l’inseminazione in vitro

L’ICSI o “microiniezione intracitoplasmatica” dello spermatozoo è un’altra tecnica di fecondazione in vitro che prevede l’iniezione del singolo spermatozoo direttamente nell’ovulo grazie a una micropipetta. Questa tecnica, detta anche inseminazione in vitro, viene preferita alla FIVET – sempre previa valutazione del medico specialista – nei casi di infertilità maschile, in particolare quando gli spermatozoi sono poco attivi e mobili, o in caso di impiego di ovuli crioconservati.

Quali tecniche si possono fare in Italia

Nel nostro paese l’inseminazione assistita di tipo omologo è una pratica sicura, autorizzata dalla Legge Italiana, e a cui tante coppie ricorrono da ormai diversi anni.

Per quanto riguarda invece l’inseminazione, e più in generale le tecniche di fecondazione eterologa, queste erano assolutamente vietate in Italia fino a qualche anno fa. Oggi invece la donazione dei gameti (ovuli o spermatozoi) da parte di una persona esterna alla coppia è possibile, ma solo se sono presenti dei problemi di sterilità o infertilità irreversibili che riguardano uno dei due componenti della coppia.

La legge italiana non consente invece il ricorso all’inseminazione artificiale alle donne single, al contrario di altri stati europei come la Spagna o l’Inghilterra.

Fonte: UPPA