“Per quest’anno” esordisce l’insegnate con uno strano timore nello sguardo “pensavamo di proporre una gita anche per le prime classi…”
I genitori si guardano l’un l’altro sorridendo emozionati. Bene, bello, i piccoli in gita, anche loro a scoprire il mondo assieme agli amichetti, lontani dal controllo genitoriale.
“…della durata di due giorni”.

STONC

Non fosse che ho già vissuto tutto questo con le ragazze ormai adolescenti, correrei incontro al papà in affanno per esprimergli solidarietà.
Un po’ lo capisco: pochi eventi riescono a catalizzare le ansie genitoriali come le prime gite fuoriporta dei figli in età da disastri.
La parola tabù, quella che nessuno osa pronunciare, è: pernottamento. È quella che genera ansie, la cartina al tornasole di ogni genitore finto-easy.
Negli anni passati, quando le ragazze erano piccole, ho visto genitori perdere la loro dignità.

Ricordo il papà di Alessio, che prese due giorni di ferie per seguire la classe di nascosto e osservare come venivano affrontate le insidie nella selvaggia Torino; e ho visto Simona minacciare il marito di divorzio per averle intenzionalmente taciuto che la figlia avrebbe pernottato sulle rive del lago Trasimeno, cioè a 15 chilometri da casa. Ho visto nonno Lucio presentarsi inatteso al convento che avrebbe ospitato i bambini in gita e verificare personalmente la solidità dei letti a castello.
E infine ho visto – l’ho visto, giuro – i genitori di Alessandro andare a riprendere il figlio per consentirgli di dormire a casa nel proprio letto, e riconsegnarlo alla classe la mattina successiva. Niente di grave, se non fosse che il ragazzino era già in età da polluzioni notturne (oddio sarà mica stato per quello, ora che ripenso?).

C’è una sola cosa più angosciante del pernottamento ed è sapere cosa mangeranno i ragazzini in gita. Verranno mica portati – Dio non voglia – nei fast food?
Per ovviare il pericolo, i bambini delle mamme più attente vengono dotati di schiscetta contenente cibo bio di stagione no-ogm a chilometro zero e filiera controllata. I bambini baratteranno la schiscetta con l’happy meal dell’amichetto.

Ecco, io non intendo dire che sono superiore a tutto questo, no. Dico solo che ci sono già passata, e per me la gita con pernottamento ha un solo significato: due giorni di pura vacanza.

Mica per il figlio: per me!