Si potrebbe definire “Effetto Papa Bergoglio”. A partire da marzo 2013 sono tantissime le coppie che hanno deciso di chiamare i loro figli maschi, Francesco. Tanto che proprio questo nome è il più diffuso tra i nuovi nati in Italia. Il nome Francesco precede quindi Lorenzo (2°), Alessandro (3°) e Andrea solo quarto.

Un omaggio al nuovo Pontefice, anche se, a onor di cronaca va sottolineato che questo nome guidava già la classifica tra i bambini nati dopo il 2000. Del resto San Francesco d’Assisi è il santo più amato nel nostro Paese tanto da esserne il patrono e a lui sono dedicate numerose vie e piazze in ogni regione.

Questi in sintesi i dati di una ricerca svolta da Seat PG Italia in collaborazione con il Professor Enzo Caffarelli – direttore della Rivista Italiana di Onomastica e coordinatore scientifico del Laboratorio internazionale di Onomastica dell’Università di Roma Tor Vergata.

Se si guardano i nomi degli abbonati e degli indirizzi presenti sugli elenchi del telefono si può scoprire in che modo la società italiana si sta evolvendo. Quali sono i cambiamenti nel nostro paese. Nome nomen dicevano i latini. E scorrendo vecchi e nuovi abbonati si coglie tradizione e multiculturalismo. Da questo punto di vista gli elenchi sono uno specchio fedele di una Nazione che cambia ma non troppo.

Perché? Sapete quanti sono i Francesco che fanno parte della toponomastica delle città italiane? Un numero elevatissimo: 1.833.

Il primo della lista, in rigoroso ordine alfabetico è un certo, Francesco Accinelli, patriota genovese che visse nel XVIII secolo a cui viene dedicata una via a Varazze (SV). Chiude l’elenco Francesco Zunini, ligure anch’esso, un medico e politico vissuto nel XX secolo a cui è dedicata una strada di Savona.

Scorrendo l’elenco dei Francesco gli aneddoti si sprecano. Pensate c’è anche un Francesco Totti. Ma non si tratta del capitano della Roma bensì di un poeta e latinista che nacque e visse ad Altamura, in Puglia nel XVIII secolo. Un  altro caso di omonimia è quello legato allo zio di Francesco De Gregori che non era un cantante ma un partigiano. A lui sono dedicate due vie, una a Roma e una a Udine.

Se il XX secolo ha visto primeggiare il nome Giuseppe seguito da Antonio e (2°) Giovanni (3°) e Francesco (solo al 4° posto) davanti a Mario (5°), chissà se il XXI sarà il secolo della rimonta dei Francesco. Vedremo.