Il ricercatore Mitsuo Nagamachi dell’Università di Hiroshima ha messo a punto un programma computerizzato che, valutando la frequenza e lo “spettro audio” dei vagiti, distingue quali sono legati al dolore, alla fame, alla solitudine, al sonno.

Il test di verifica condotto su numerose coppie di genitori e figli ha avuto successo, resta solo da installare il programma su uno strumento portatile.

Ma siamo sicuri che noi mamme ne abbiamo davvero bisogno? Io temo che questa trovata serva solo a creare nuovi problemi anziché risolverne, e che contibuisca a farci perdere uno tra i pochi utilissimi istinti che ancora ci rimangono: quello che al volo, senza esitazione, ci fa comprendere perché i nostri bambini piangono, che cosa sentono, di che cosa hanno bisogno.

Voi che cosa ne pensate?

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