Il pianto del neonato vi fa impazzire? Sappiate che, se sentite una vocina interiore che vi obbliga a prendere in braccio il frugoletto urlante e paonazzo e cullarlo tra le vostre braccia invece di fuggire il più lontano possibile, è del tutto normale. Possiamo stare tranquille non siamo vicine al ricovero per schizofrenia… stiamo solo assecondando la fisiologia umana.

Ce lo conferma una ricerca diretta dalla Dottoressa Christine Parsons, che evidenzia come “l’essere umano sia programmato per reagire in maniera specifica e pressoché immediata al pianto di un bambino”.

Buono a sapersi. Almeno per quelle come me che, anche dopo il secondo figlio, quando una delle due pesti piange, sente nascere dentro la verve del centometrista in fuga per la vittoria. Che posso farci? Niente, appunto. Mi viene, tutte le volte. Lo so che sicuramente stanno bene, non gli è successo nulla e probabilmente dopo un pò smetterebbero di piangere da soli… però… anche se sto dormendo della grossa…ZAC! Via in piedi in 15 secondi netti, allungo la mano, afferro la belvetta frignona (quella piccola) e me la stringo, me la cullo, me la coccolo, finchè non si riaddormenta, anzi ci riaddormentiamo tutti e due. Con quella grande, ormai non capita quasi più (per fortuna).

Sbagliato??? A sentire la vox populi, suppongo di si. “Lascialo piangere che poi smette, se fai così non avrete mai pace”, “La paura del buio va superata, devono essere autonomi” o peggio ancora “lascialo piangere che si fa i polmoni”.

Non che non sia d’accordo, almeno sulla parte che riguarda l’avere pace in famiglia e il conquistare l’autonomia, però io a stare sveglia ad ascoltare la prole che piange e girarmi dall’altra parte e dormire serenamente proprio non ci riesco. E poi non mi spiego perché la natura umana così ben congegnata avrebbe dotato i piccoli del pianto se poi non doveva essere preso in considerazione. Sarebbe davvero un crudele scherzetto…

Qualche ora di sonno in meno? Qualche poppata notturna in più? Beh lo sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata no? Meglio questo che l’analista dopo…e poi dai, un pensiero positivo, i figli crescono in fretta e il tempo letteralmente vola.

In ogni caso la scienza ce lo conferma: è tutta una questione di neuroni e di sinapsi, di chimica ed elettricità.

Anche se preferisco più immaginarla come una questione di cuore e dedizione.

E voi che ne pensate?

Foto: www.lagravidanza.net