Il sonno è una funzione vitale, irrinunciabile. Durante le sue fasi, infatti, avviene una vera e propria rigenerazione dell’organismo, ma a trarne maggiore beneficio è il cervello, la cui maturazione, nella primissima infanzia, avviene proprio mentre il bambino sta beatamente riposando. Infatti, secondo alcuni studi, l’ormone della crescita viene prodotto in massima quantità durante gli stadi profondi del sonno.

Il sonno si svolge in due fasi che si ripetono ciclicamente, susseguendosi con regolarità per tutta la sua durata:
la fase di sonno NREM, comprende il sonno leggero e il sonno profondo. In questa fase, per risvegliare il bambino, sono necessari stimoli molto forti e l’eventuale risveglio brusco ha come conseguenza nervosismo, facile irritabilità, intontimento;
la fase di sonno REM è così chiamata perché durante il suo svolgimento i globi oculari sussultano brevemente con una certa frequenza. E’ caratterizzata da sogni e in questo stadio il tono muscolare si riduce, per cui il piccolo appare assolutamente immobile, mentre, al contrario, la sua attività mentale raggiunge un’altissima intensità.

Ma cosa succede se un bambino dorme male?

Un bambino che ha un sonno disturbato non può crescere secondo le sue potenzialità, visto che lo sviluppo psicofisico è destinato a subire un rallentamento. Ma non solo, i problemi relativi al sonno di un bambino inevitabilmente si ripercuotono in modo negativo anche sui genitori. Nella nostra cultura trascorrere le notti in bianco, perché un figlio non dorme, è considerato normale, praticamente uno scotto da pagare alla maternità che porta nella neomamma infiniti sensi di colpa fino a pensare di non essere una buona mamma.

Ma, proprio perché non si riesce a riposare mai, può risultare molto difficile essere una “buona madre”. Di seguito sono elencati, infatti, i problemi più frequenti con cui è possibile trovarsi a dover fare i conti quando si ha un bambino che non dorme e fatica molto ad addormentarsi.

Ripercussioni sul bambino:
– pianti frequenti;
– nervosismo e irascibilità;
– stato di abbattimento generale;
– rallentamento del ritmo di crescita.
Dopo i sei anni di vita:
– scarsa concentrazione;
difficoltà di adattamento all’ambiente scolastico;
– iperattività, i bambini più sono stanchi, più sono nervosi e quindi tendono a scatenarsi;
– frequenti sbalzi d’umore.

Ripercussioni sui genitori:
– sonnolenza diurna da cui deriva un più scarso rendimento lavorativo;
– invalidante sensazione di indebolimento generale;
– forte stress dovuto alla frustrazione che deriva dall’incapacità di risolvere il problema;
maggiore vulnerabilità alle malattie in quanto lo stress indebolisce il sistema immunitario;
– accuse reciproche;
– liti frequenti;
– peggioramento della qualità del rapporto di coppia.

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