Jade Goody, 27 anni, ha acquistato celebrità quando per la prima volta ha partecipato alla versione inglese del Grande Fratello, nel 2002. Di scarsa cultura, un po’ volgare, incline a bere troppo, la ragazza da allora ha condotto diverse trasmissioni televisive, ha creato una linea di profumi, ha prodotto video di fitness, ha avuto due figli. Nel 2007 è stata espulsa da un’edizione di Celebrity Big Brother dopo avere insultato l’indiana Shilpa Shetty, e accusata di razzismo. Nel 2008, ospite della versione indiana del Grande Fratello, ha ricevuto in diretta televisiva la notizia che era malata di carcinoma cervicale ed è tornata in Gran Bretagna per curarsi.

Da allora ogni stadio della sua malattia è stato sotto i riflettori. Indebolita da tumore, da radioterapia e chemioterapia, è apparsa sulla sedia a rotelle, senza capelli, o con il capo coperto da una varietà di foulard. I suoi due ultimi atti pubblici sono stati il matrimonio con Jack Tweed, 21 anni, in libertà condizionata, celebrato il 22 febbraio sotto i riflettori di Living TV, e il battesimo suo e dei suoi due figli, Bobby, 5 anni, e Freddie, 4 anni, celebrato il 6 marzo in ospedale.

Jade è ormai in fin di vita, ma ha dichiarato di avere potuto realizzare i suoi due più grandi sogni, la celebrazione del matrimonio e del battesimo. Entrambe le cerimonie sono state commoventi, riferiscono gli invitati. La donna ha motivato la scelta di rimanere sotto i riflettori fino alla fine, spiegando che intende lasciare ai suoi figli i soldi ricavati dall’esclusiva sui diritti del reality a lei ispirato, che si intitolerà Jade (un milione di sterline, si dice).

L’opinione pubblica, che l’aveva condannata per gli insulti rivolti all’attrice indiana nel 2007, pare ora avere accettato la sua scelta inquietante. Un risvolto positivo si è avuto in materia di prevenzione, perché la vicenda di Jade ha spinto molte donne a effettuare il pap test, importante strumento di prevenzione del carcinoma cervicale.

Questa vicenda mi ha riportato alla memoria la storia di Randy Pausch, straordinario docente di scienze informatiche alla Carnegie Mellon University in Pennsylvania, morto lo scorso 25 luglio a 47 anni per un tumore al pancreas. Anche la malattia di Randy, come quella di Jade, è stata a lungo sotto i riflettori, dopo che la sua “Ultima lezione” è stata diffusa in internet e vista da milioni di persone. Per Randy era inutile tenere nascosto “un elefante in una stanza”. E gli unici destinatari di tutto quello che Randy ha raccontato nel corso della sua ultima lezione – ha dichiarato il docente alla fine della famosa conferenza – erano in realtà i suoi tre bambini. La sua malattia ha sensibilizzato inoltre l’opinione pubblica riguardo al tumore al pancreas e ha dato una spinta alla ricerca, grazie alla raccolta di fondi di cui Randy stesso si è fatto promotore.

Ecco quindi che, sebbene si tratti di persone estremamente diverse, Jade e Randy hanno qualcosa in comune: la volontà di non tenere nascosta la malattia, e il desiderio che resti ai figli piccoli un lascito, dopo la morte dei genitori: un lascito più concreto e materiale, nel caso di Jade, più astratto, etico e culturale, nel caso di Randy. Non desidereremmo anche noi lo stesso per i nostri figli, se ci trovassimo nella situazione di Jade e Randy?