Una donna su 10.000 approssimativamente si ammala di varicella in gravidanza: in Italia questo accade a circa 40-50 donne ogni anno. Se siete incinte, e sapete di non avere mai avuto la malattia, sarebbe bene evitare possibili fonti di contagio, in particolare durante il primo trimestre e nel periodo che va tra gli ultimi 5 giorni di gravidanza e i primi 2-3 giorni dopo il parto. Il virus può passare facilmente anche al feto tramite il sangue materno o il cordone ombelicale. La malattia può essere pericolosa per il feto solo nel primo trimestre, quando può divenire causa di embriopatia. Man mano che la gravidanza procede, la percentuale di rischio decresce progressivamente, per ritornare alta a termine della gravidanza. Se contratta negli ultimi 5 giorni infatti – o subito dopo la nascita – la malattia può manifestarsi nel neonato in maniera molto forte e grave.

In caso di esposizione nei periodi a rischio è indicata la somministrazione di gammaglobuline specifiche contro il virus varicella-zoster sia alla madre che al neonato, solo se l’esposizione è avvenuta in prossimità del parto.

Se invece il contagio avviene nel secondo o nel terzo trimestre, prima degli ultimi venti giorni dal termine, potete stare tranquille; sarà sufficiente monitorare il proseguimento della gravidanza con un’ecografia di routine. Trovate alcune indicazioni su come si manifesta la varicella e come si riduce il prurito causato dalle vescicole qui.

Va ricordato che il contagio avviene in genere per contatto diretto con la persona infetta, da 1 o 2 giorni prima della comparsa delle vescicole fino a 5 giorni dopo, e che la malattia si manifesta dopo un periodo di incubazione che può variare da 15 a 21 giorni.

In caso di dubbio, quando non sapete se avete già avuto la varicella o meno, potete accertare l’immunità con il dosaggio nel sangue degli anticorpi specifici per il virus varicella-zoster.

Immagine: kimicontrol.com

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