Il problema dei bambini (dei genitori) di oggi è l’educazione. È questo il punto di partenza del convegno Curare con l’educazione, tenutosi a Milano l’8 aprile e organizzato dal CPP, il Centro Psico Pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. Eravamo presenti anche noi di Blogmamma e la giornata è stata particolarmente interessante e stimolante.

Se, da un lato, l’emergenza educativa è il vero problema dei nostri giorni, dall’altro assistiamo a un eccesso di medicalizzazione nella crescita emotiva e cognitiva, con un conseguente aumento di diagnosi di disturbi come quelli del comportamento o dell’apprendimento.

Il convegno è stato un momento utile per rifocalizzare l’attenzione di genitori, educatori e professionisti legati al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza su ciò che è importante e che sembra si stia perdendo, ovvero il concetto che i bambini sono diversi dagli adulti. Il loro è un mondo diverso, non dobbiamo giudicarli partendo dai nostri parametri di adulti, ma dobbiamo essere in grado di educarli.

L’importanza dell’educazione

A volte sembra che l’infanzia e l’adolescenza siano una malattia. Un bambino che non si comporta come un adulto, che corre e non sta fermo, che dà libero sfogo alla propria fantasia, che ha un amico immaginario, può spiazzarci. La tentazione di molti è quella di ricorrere a medici specialisti, mentre quello che serve è solo un cambio di prospettiva. Lasciare che i bambini facciano i bambini e tornare a fare i genitori, educandoli.

Stiamo educando i nostri figli tenendo conto conto dei bisogni che la loro età richiede? Non bisogna essere amici dei figli, ma mantenere il proprio ruolo educativo. Farli crescere con una sana distanza. Non sembra, ma l’educazione è la soluzione a molti presunti problemi di bambini e adolescenti.

Combattiamo le etichette, la conclusione del convegno

Educazione sì, tutela dell’infanzia e di tutto ciò che questo momento comporta, altrettanto. Questo è ciò che emerge dal convegno.

«Non dobbiamo chiudere i bambini dentro l’etichetta della dislessia, dell’autismo, dell’ipercinetismo. Queste etichette stanno letteralmente uccidendo l’infanzia» così ha commentato a convegno concluso il dottor Daniele Novara «Non sono queste malattie o presunte tali a danneggiare i bambini, ma l’etichetta che li blocca (…) e che crea ansia ai loro genitori».

Bisognerebbe evitare di stressarsi davanti al comportamento del bambino che ci spiazza. A volte è così. È molto più importante recuperare il nostro ruolo educativo, che permetterà al bambino di fare il bambino, rispettando alcune regole.

«Se anche un bambino ha un problema, resta un bambino», afferma Novara «Ce la può fare, può cambiare, può trasformare il suo disturbo o presunto tale in una grande possibilità, in una grande risorsa». I bambini hanno risorse che spesso non conosciamo, lasciamo che vivano la loro infanzia.

E’ possibile rivedere gli interventi principali del Convegno attraverso un servizio di Video Streaming