Ci sono delle domande sulla gravidanza a cui spesso una donna non è in grado di dare una risposta.

Ecco perché è importante porre certi interrogativi al ginecologo e agli specialisti in ginecologia e ostetricia piuttosto che affidarsi al senso comune.

Vediamo insieme le 10 domande più frequenti.

Le 10 domande sulla gravidanza

1. Il riposo a letto in caso di gravidanza a rischio è sempre necessario?

L’indicazione di restare a riposo totale è utile solo in rarissimi casi specifici. Si tratta di quelle situazioni in cui i benefici del buon esito della gravidanza superano gli effetti collaterali legati all’immobilità prolungata. Tra questi il rischio trombo-embolico e la riduzione della massa muscolare. Inoltre il riposo forzato può condizionare psicologicamente la futura mamma che si vede costretta a rimanere a casa. Dando origine a forme di colpevolizzazione in caso di un eventuale aborto.

2. Qual è il numero di ecografie necessarie in gravidanza?

Le ecografie essenziali secondo quanto previsto dai nuovi LEA, sono due. Una ecografia nel primo trimestre e l’altra nel secondo, tra la 19a e la 21a settimana. Entrambe servono per verificare la regolarità del battito cardiaco, la crescita e la posizione del feto. Tutte le ulteriori ecografie possono essere fatte nel terzo trimestre, tra la 30a e la 32a settimana, ma solo se prescritte dall’ostetrica e/o il ginecologo . La gravidanza non è una malattia. Quindi non vanno effettuati esami ed accertamenti diagnostici superflui ed inutili.

3. I vaccini in gravidanza sono pericolosi?

I vaccini in gravidanza non sono pericolosi, ad eccezione di quelli vivi attenuati. In ogni caso va valutato il rapporto costo beneficio per la singola donna.

Di contro è fortemente raccomandata la vaccinazione antinfluenzale che non ha sostanziali controindicazioni per il feto, mentre in caso di febbre molto alta per la futura mamma potrebbe rendersi necessario un travaglio prematuro, con possibili rischi per il neonato.

4. La diagnosi preimpianto è indicata per tutte le coppie fertili?

La diagnosi preimpianto  può essere effettuata solo alle coppie che ricorrono alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. In particolare a quelle ad alto rischio riproduttivo di patologie genetiche, in quanto è in grado di rilevare eventuali malattie ereditarie gravi, evitando così di dover ricorrere all’aborto. Per tutte le altre coppie, a basso rischio, non vi è indicazione ad eseguire la diagnosi preimpianto, tranne che debbano ricorrere a tecniche di fecondazione assistita e siano correttamente informate dei limiti di tale indagine. 

5. L’ecografia pelvica e il Pap-test vanno eseguiti ogni anno?

Si consiglia di effettuare ogni anno, insieme alla visita ginecologica, anche il Pap-test e l’ecografia pelvica. Ci sono però alcune eccezioni. Prima di tutto le donne che hanno effettuato la vaccinazione per il papilloma virus che possono osservare intervalli più dilazionati, fino a tre anni, fra un controllo e l’altro. Mentre le donne che presentano un rischio familiare di tumore ovarico o della mammella, finché sono giovani e mantengono quindi le ovaie, devono praticare l’ecografia pelvica ogni 4 mesi.

6. Esistono soltanto soluzioni ormonali per ridurre le vampate in menopausa?

La menopausa è un evento fisiologico nella vita di ogni donna che si associa a sintomi fastidiosi e invalidanti come vampate, palpitazioni e aumentata sudorazione. Per alleviare questi disturbi,oltre alla terapia ormonale sostitutiva, nei casi in cui i sintomi siano di lieve entità, è possibile ricorrere a trattamenti alternativi: è il caso dei fitoestrogeni, ovvero sostanze naturali – tra le più comuni quelle derivanti dalla soia – che, avendo una struttura simile a quella degli estrogeni prodotti dall’organismo femminile, aiutano a riequilibrare l’assetto ormonale della donna. 

7. È possibile fare diagnosi precoce dei tumori dell’endometrio?

Sebbene non ci siano ancora dati scientifici sufficienti è ragionevole affermare che per alcuni tipi di tumori dell’endometrio, in particolare quelli ormono-dipendenti, si è molto vicini all’obiettivo della diagnosi precoce, attraverso un impiego sistematico dell’ecografia transvaginale e della citologia endometriale. Per quanto riguarda invece altri tipi di tumori dell’endometrio, che sono in realtà meno frequenti e ricordano di più il tumore ovarico, purtroppo si è ancora molto lontani dall’obiettivo della diagnosi precoce.

8. Gli esami del sangue sono sempre necessari prima di iniziare la contraccezione ormonale?

Gli esami ematologici non sono considerati un requisito preliminare all’inizio della contraccezione ormonale nelle donne a basso rischio per le quali non sono ricercati anche benefici extra-contraccettivi. È indispensabile, un’attenta anamnesi da parte del ginecologo che, sulla base del profilo personale e della storia familiare della paziente, valuterà la necessità di prescrivere indagini specifiche, ad esempio per valutare il rischio coagulativo.

9. L’incontinenza urinaria si può prevenire?

La prevenzione dell’incontinenza urinaria deve iniziare in età riproduttiva.  In particolare durante la gravidanza e il parto quando può verificarsi lo stiramento delle fibre nervose del collo dell’utero e della parete vaginale a seguito del passaggio del bambino nel canale del parto. La riabilitazione, attraverso la ginnastica perineale, eseguita sia nell’immediato post parto, sia in menopausa per le donne sintomatiche, può consentire di conservare il giusto tono dei muscoli perineali e mantenerne la funzionalità. Si raccomanda alle donne di non esporsi, nelle attività quotidiane, a forti aumenti della pressione addominale.

10. La somministrazione di progesterone in gravidanza può ridurre il rischio di parto pretermine?

Ogni anno nel mondo nascono prematuri oltre 15 milioni di bambini. Di questi, quasi un milione muore a seguito di questo evento. Le ricerche mediche dimostrano che la somministrazione di progesterone alle donne che portano avanti una gravidanza singola e che abbiano già avuto un parto prematuro, può ridurre il rischio di parto pretermine prima delle 34 settimane. Nonché di mortalità, perinatale, di peso alla nascita inferiore ai due chilogrammi e mezzo, di ricorso alla terapia intensiva neonatale. Purtroppo, il progesterone somministrato nelle gravidanze gemellari non riduce il rischio di parto pretermine.

Informazioni

* Informazioni scientifiche tratte dal Decalogo sulle “Buone pratiche in Ginecologia” presentato al Congresso Nazionale congiunto della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI ) e Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI ) – Roma 2017.